SCO passa ai fatti. Dopo le scaramucce verbali sono seguite le iniziative legali ed ora sembra venuto il momento di passare al dunque. Dopo aver annunciato lo scorso Agosto che avrebbe chiesto 699 dollari per ogni server Linux e 199 per ogni desktop Linux, SCO ha annunciato che entro questo mese inizierà a spedire le fatture per riscuotere ciò che le sembra dovuto.
Le fatture arriveranno alle entità commerciali che hanno pubblicamente divulgato il loro utilizzo di Linux. Non giungeranno dunque nella cassetta postale dei singoli utenti privati.
Il pagamento copre la licenza che SCO pretende nell’uso di Linux. Secondo SCO larghe porzioni del codice con cui è sviluppato Linux sono state copiate da Unix System V. Le uniche parti di codice copiato mostrate in pubblico da SCO sono state tuttavia sbeffeggiate da appartenenti alla comunità open source.
La vicenda è nelle aule di giudizio ormai da mesi, e senza una sentenza definitiva è molto probabilmente che nessuno pagherà la somma richiesta.
SCO è già stata sconfitta in Germania su una causa intentata da utenti Linux contro le 1500 lettere inviate ad altrettante aziende teutoniche. In tali lettere SCO avanzava sottili minacce sottese in avvisi di pericolo riguardanti l’uso di software che entro breve potrebbe essere definito “illegale”.