Sembra essere giunta al capolinea l’annosa querelle legale tra Novell e SCO. Il giudice di una Corte distrettuale degli Stati Uniti ha da poco emesso il verdetto sul caso, respingendo le ultime richieste di SCO e confermando il risarcimento di circa 2,54 milioni di dollari (più interessi) nei confronti di Novell per ingiusto arricchimento. La decisione pone un nuovo punto fermo alla disputa legale che da anni vede contrapposte le due società sulla proprietà del copyright legato al codice di programmazione UNIX SVRX.
Da circa cinque anni, SCO afferma infatti di possedere i diritti su SRVX, linguaggio di programmazione che secondo la società sarebbe stato utilizzato per la creazione del sistema operativo open source Linux senza i dovuti permessi. Una tesi fermamente respinta da Novell, che nel corso del tempo non solo ha dimostrato l’inconsistenza delle accuse mosse da SCO, ma anche la proprietà dei copyright legati a UNIX SVRX.
Considerate le recenti decisioni della Corte distrettuale statunitense, SCO avrebbe dunque sfruttato la presunta proprietà dei diritti sul linguaggio di programmazione per ottenere il pagamento delle licenze dalle società non interessate a entrare in un contenzioso legale vero e proprio. Novell decise di porre fine al fenomeno rivendicando la proprietà dei diritti legati a SVRX, spingendo infine SCO a citarla in giudizio per stabilire a chi spettassero formalmente i copyright legati al linguaggio di programmazione.
Secondo il giudice Dale A. Kimball, SCO avrebbe violato un accordo stipulato nel 1994 con Novell, che le consentiva di vendere alcune licenze legate a SVRX a società di terze parti, ma esclusivamente per conto della stessa Novell, unica proprietaria dei diritti legati a UNIX SVRX. Ottenuti i pagamenti, SCO si sarebbe inoltre rifiutata di pagare le dovute percentuali venendo meno agli accordi e facendo decadere il rapporto di fiducia con Novell.
Ora la società dovrà sborsare oltre 2,5 milioni di dollari per risarcire Novell, cifra alla quale si aggiungeranno i 918mila dollari di interessi cumulati tra lo scorso settembre e il mese di novembre. Difficilmente SCO potrà saldare il debito in tempi brevi: la compagnia versa in cattive acque e rischia ormai da tempo la bancarotta. Secondo le ultime stime, la società avrebbe solamente 625mila dollari di risorse a disposizione. SCO non sembra comunque demordere e, attraverso i suoi legali, ha da poco confermato l’intenzione di ricorrere in appello contro le decisioni del giudice Kimball. La società cercherà di dimostrare la necessità di ricelebrare il processo, ma questa volta dinanzi a una giuria popolare. La nuova strategia legale potrebbe consentire a SCO di prendere tempo e di gestire, con miglior efficacia, l’altro annoso importante contenzioso legale con IBM.