«Non un cento metri piani, ma una maratona»: correva l’anno 2003 ed il CEO del gruppo SCO Darl McBride già prevedeva tempi molto lunghi prima della sentenza sul caso che vedeva Linux come obiettivo principale. Corre l’anno 2006 ed il caso è ancora aperto ed arenato sugli stessi interrogativi di tre anni prima. Nel frattempo i maggiori capi d’accusa sono caduti in quanto SCO non avrebbe saputo consegnare sufficienti prove per avvalorare le tesi portate avanti in tribunale.
Ciò che emerge nuovamente è invece l’ombra Microsoft dietro il caso. Fin dall’inizio il sospetto era legato ai finanziamenti a SCO provenienti dalla Baystar Capital, fondo di investimento privato che ha portato a SCO 50 milioni di dollari in parte provenienti proprio da Microsoft. Le accuse vedono il gruppo di Redmond al centro dell’attenzione in quanto vige il sospetto che tale obolo avrebbe avuto il preciso obiettivo di finanziare una battaglia legale contro uno dei massimi concorrenti del gruppo (Linux). Da Microsoft giungono secche smentite su tutta la linea: con SCO c’erano normali contatti e legami di mercato inerenti all’interoperabilità con Unix, nulla più.
E la vicenda continua.