Come previsto nella fantascienza del recente Minority Report (dove lo schermo diventa semplice vetro, il mouse si fa guanto ed il cinema diventa immagine realistica), ecco arrivare l’ologramma. “E’ una cosa che l’uomo sogna da tempo” gioisce Chad Dyner, 29 anni, creatore di uno dei prototipi proposti del Massachusetts Institute of Technology.
Tale tipo di proiezione dell’immagine permette di vedere un’immagine proiettata nell’aria piuttosto che su una superficie piana. A parte una definizione approssimativa che crea un’aura paradisiaca attorno all’immagine, l’oggetto proiettato sembra fisicamente presente in quanto circondato a tutto tondo dallo stesso contesto di chi sta osservando e tangibile, plasmabile. La compresenza visiva dell’oggetto è cosa reale e la virtualità esce, apparentemente, dai confini della limitata rappresentazione bidimensionale attuale.
Le prime applicazioni previste sono legate a suggestione e utilità sperimentale: nei musei, per il potere evocativo di tali immagini, ed in campo militare per le peculiarità realistiche della proiezione “nell’aria”. Il primo esemplare presentato sul mercato si chiama Eliogramma (Heliogramm), è di produzione giapponese ed è una derivazione diretta del progetto di Chad Dyner.