Sconfitto in un colpo il 75% dello spam USA

La messa al bando dell'hoster McColo ha consentito di abbassare drasticamente i livelli di spamming, con un calo negli Stati Uniti stimato intorno al 75%. Un importante risultato destinato, però, ad avere vita breve
Sconfitto in un colpo il 75% dello spam USA
La messa al bando dell'hoster McColo ha consentito di abbassare drasticamente i livelli di spamming, con un calo negli Stati Uniti stimato intorno al 75%. Un importante risultato destinato, però, ad avere vita breve

Da alcuni giorni la Rete è un posto migliore grazie ai volumi di spamming in caduta libera. Continuano infatti senza sosta le iniziative online per arginare il più possibile il fenomeno dello spam. Oltre ad approntare filtri e sistemi per l’eliminazione automatica dei messaggi indesiderati, alcuni esperti di sicurezza hanno deciso di muovere direttamente verso la fonte, cercando di neutralizzare i principali spammer su scala globale. Una strategia che si è rivelata vincente alcuni giorni fa grazie a un’operazione che ha debellato in un solo colpo il 75% dello spamming diffuso negli Stati Uniti.

L’importante risultato è stato reso possibile tramite l’esclusione dalle attività online della società di hosting McColo, una azienda da tempo nel mirino delle istituzioni del Web per le sue presunte attività legate alla diffusione dei messaggi di posta indesiderati su scala globale. Secondo numerosi esperti di sicurezza informatica, infatti, McColo sarebbe il principale crocevia per la diffusione a livello internazionale dello spam di numerose società impegnate nella vendita di farmaci online, ma anche di materiale pedopornografico.

Grazie agli indizi circostanziati forniti nel corso delle ultime settimane, due Internet service provider statunitensi hanno infine deciso di bloccare l’accesso alla Rete dei server gestiti da McColo ponendo così fine alle sue attività legate allo spamming. Stando alle prime informazioni, la società con sede a San Jose era responsabile di circa il 75% dell’intero spamming inviato negli Stati Uniti ogni giorno e rivestiva un ruolo centrale anche a livello internazionale.

Un duro colpo per l’annoso fenomeno dello spam, paradossalmente ottenuto grazie all’intervento di due società private, gli ISP, e non attraverso una comune azione di indagine da parte delle autorità statunitensi. «È estremamente evidente come questo genere di attività siano andate avanti per troppo tempo, e molte persone nell’ambito della comunità per la sicurezza informatica si siano esposte per risvegliare le coscienze sull’attività di questo network. Questa è la dimostrazione di quanto siano inefficienti i sistemi per cercare di perseguire legalmente questi individui e di quanto tempo sia necessario per ottenere qualche risultato» ha dichiarato Paul Ferguson, esperto di sicurezza informatica per Trend Micro. Ma dal punto di vista prettamente giuridico gli inquirenti hanno spesso un raggio di azione molto limitato. McColo fornisce semplicemente un servizio di hosting e, come tale, potrebbe non essere riconosciuto responsabile per le attività svolte dai suoi clienti.

In attesa di possibili decisioni da parte delle autorità statunitensi, la Rete – specialmente negli States – potrà godere di un periodo con bassi livelli di spamming. Lo stato di grazia sarà però temporaneo. Secondo gli esperti di Symantec, il fenomeno tornerà presto a intensificarsi attraverso i mille rivoli del Web probabilmente in concomitanza con il periodo natalizio. Un regalo davvero indesiderato.

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