«Sito ottimizzato per Internet Explorer, risoluzione 800×600». Quante volte lo abbiamo letto (e scritto… chi è senza peccato scagli la prima pietra)? La frase è composta da due paradigmi: mentre il secondo è stato superato con una adeguata organizzazione della pagina e del codice, e tale nozione è entrata ormai nell’abbeccedario del webmaster comune, il primo paradigma rimane, contro ogni attesa e logica, ancor sempre pesantemente valido. Come molti temevano, l’uso di un browser piuttosto che di un altro è una abitudine che regolamenta gli standard più di ogni autorità, e se anche oggi Internet Explorer risulta essere in calo verticale rispetto all’arrembante concorrenza dei “piccoli” Firefox, Netscape, Opera e Safari, la sua legge sembra rimanere valida nel mondo del web. Ora come ora, insomma, 50 milioni di Firefox non sono sufficienti a scalfire il dubbio della maggior parte di coloro i quali mettono insieme l’HTML delle proprie pagine.
E’ questa la conclusione a cui è giunto il gruppo Scivisum il quale, dopo una ricerca volta ad indagare circa la compatibilità dei siti web inglesi con i vari browser esistenti, ne ha dedotto come ancora molti siti siano ancora solo e sempre ottimizzati per Internet Explorer. Per estensione è molto facile ipotizzare simile situazione anche in paesi che non siano la sola Inghilterra. In Italia la notizia è stata riportata inizialmente da Vnunet, che sentenzia nella propria analisi: «senza rispettare i dettami del W3consortium, i Web devoloper si dimenticano del buon senso: non è logico snobbare la visualizzazione di un browser come Firefox forte di 50 milioni di download, e oggi secondo browser più popolare dopo Internet Explorer»; The Register qualche giorno prima riportava, in riferimento alla ricerca SciVisum, il senso di sorpresa espresso dal Human Factors International (gruppo che si occupa di usabilità gestendo corsi informativi e prodotti editoriali sul tema); PC Pro chiosa invece «Internet rimane più facile per Explorer».
I dati raccolti dal gruppo Scivisum evidenziano come la maggior parte dei siti web non sia ottimizzata per una visualizzazione estesa delle pagine su ogni navigatore, e addirittura un sito su dieci sia inibito dalla visualizzazione tramite un browser quale Firefox (paginate bianche ed altri errori vari). Tale problematica sarebbe dovuta al fatto che ben il 7% dei siti web monitorati abbia codice al di fuori delle raccomandazioni W3C e contemplato solo dalla visualizzazione con Internet Explorer. La ricerca è supportata inoltre da esempi eccellenti, uno dei quali addirittura residente sotto dominio governativo .gov.uk.
Non si può ovviamente fare di tutta l’erba un fascio e sicuramente tra i webmaster professionisti sono ormai pochi quelli che ignorano l’elementare regola della compatibilità del codice. Il web è fatto però perlopiù di webmaster improvvisati, di persone che si avventurano sul codice con il semplice scopo di mettere online i propri contenuti senza troppe pretese. Ed in questa anarchia fatta di una mancata erudizione delle regole basilari del web, Internet Explorer si impone come regola ed arbitro degli standard non autorizzati ma reali. Tale situazione non è certo nuova ed è anzi probabilmente in calando rispetto ad alcuni anni or sono quando il browser Microsoft dominava incontrastato il mercato. Ma nel momento in cui la coscienza di un uso più consapevole della navigazione ha spinto molti ad approdare a Firefox con lo scopo di avere a disposizione un mezzo più affidabile e sicuro, l’assenza di un codice uniformato agli standard vede molti navigatori in difficoltà. Tale difficoltà, specularmente, si riflette sui siti non contemplanti una giusta compilazione del codice: nel momento in cui un utente si trova una pagina mal formattata o addirittura paginate di errore, automaticamente il webmaster perde un visitatore ed i contenuti perdono un lettore.
SciVisum non si limita a fotografare l’errata impostazione della maggior parte dei webmaster, ma suggerisce il primo passo da compiere per tentare di regolarizzare la situazione e migliorare la navigabilità del web: secondo il gruppo bisogna infatti innanzitutto ottemperare alle specifiche dettate dal W3C in quanto a Cascading Style Sheets 2 (CSS2). A supporto delle tesi avanzate, SciVisum riporta inoltre la quantificazione della penetrazione di Firefox sul mercato valutandola circa al 7-8%. In un paese quale la Germania, però, il browser della Mozilla Foundation tocca una punta di quasi il 25%, il che significa che in Germania un utente su 4 (quell’utente che per scelta personale ha deciso di privilegiare la propria sicurezza mettendo da parte un browser da più parti indicato come causa primaria dei problemi oggi presenti sul web) ha concreta difficoltà a navigare a causa della mancata compatibilità di troppi siti con gli standard imposti.
Il problema dell’usabilità rimane dunque primariamente un problema di conoscenza e di informazione. Se ogni webmaster sapesse che basterebbe seguire poche semplici regole per avere un sito web perfettamente visitabile da chiunque, probabilmente nessuno si tirerebbe indietro e nessuno, soprattutto, si impegnerebbe ancora in un fastidioso «Sito ottimizzato per Internet Explorer, risoluzione 800×600». O superiori.