Un sito troppo conveniente per essere vero. Eppure gli sconti comparsi durante lo scorso weekend su 6pm.com erano effettivamente reali, pubblici ed accessibili. Sconti oltre l’immaginabile, con oggetti autenticamente “regalati” per appena 50 dollari contro un valore reale oltre il migliaio. L’utenza, così, ha provato l’acquisto ed ha portato a casa affari inimmaginabili. Ma per il gruppo è stato un cataclisma durato svariate ore.
Il sito è 6pm.com, attività gemella della controllante Zappos (a sua volta un marchio sotto proprietà Amazon da ormai un anno), riferimento per l’ecommerce che punta sugli sconti per incontrare il favore della propria community. Improvvisamente, però, lo scorso venerdì il listino prezzi ha portato a 49.50 dollari gran parte degli oggetti disponibili. 6 ore in tutto (dalla mezzanotte alle sei della mattina successiva) hanno determinato una impennata negli acquisti e tutto ciò per un danno complessivo valutato attorno a 1.6 milioni di dollari.
A frittata fatta, il gruppo non ha potuto far altro che limitare il danno: i server sono stati spenti per alcuni minuti e l’algoritmo di sconto è stato ripristinato per riportare alla normalità la situazione. Nell’impossibilità di annullare gli ordini, ed al fine di evitare un problema di immagine che al danno aggiungerebbe la beffa, la 6pm ha deciso così di onorare le operazioni effettuate consegnando la merce al prezzo pattuito.
Secondo le indagini portate a termine in seguito, il gruppo ha scoperto che il problema nel sistema riguardava tutti i prodotti in esclusiva su 6pm, fatta quindi esclusione dei prodotti in coabitazione su Zappos. L’accertamento tecnico è utile agli amministratori, mentre agli utenti rimane la soddisfazione di 6 ore di shopping da leoni. Con estremo giubilo per quell’acquirente che, con appena 49.50 dollari, si è portato a casa un dispositivo GPS da 2000 dollari grazie alla benevolenza di un algoritmo bislacco che ha avuto una nottata difficile.