Un frammento di collagene conservato per 66 milioni di anni riscrive la storia della paleontologia. Una scoperta rivoluzionaria ha sconvolto le teorie consolidate sulla fossilizzazione: per la prima volta, un team internazionale di ricercatori ha identificato proteine intatte in un fossile dinosauro. Il ritrovamento, avvenuto nei resti di un edmontosauro nella Formazione Hell Creek del Dakota del Sud, apre nuovi orizzonti nello studio dei dinosauri.
La scoperta, documentata sulla rivista Analytical Chemistry, è stata possibile grazie all’impiego di tecnologie all’avanguardia. I ricercatori hanno combinato la microscopia a luce polarizzata incrociata con la spettrometria di massa tandem, rivelando la presenza inequivocabile di collagene alfa-1 e del suo caratteristico amminoacido, l’idrossiprolina.
Questa rivelazione straordinaria sfida le convinzioni tradizionali secondo cui il processo di fossilizzazione distruggesse completamente ogni traccia di materiale organico. La sopravvivenza di biomolecole attraverso decine di milioni di anni suggerisce la necessità di riconsiderare i meccanismi di conservazione dei fossili risalenti al Cretaceo superiore.
Il professor Steven Taylor dell’Università di Liverpool, coordinatore dello studio, evidenzia come questa scoperta possa rivoluzionare la ricerca paleontologica. L’analisi di archivi fotografici di fossili potrebbe rivelare ulteriori tracce di proteine precedentemente non identificate, permettendo di stabilire connessioni evolutive più precise tra le diverse specie di dinosauri.
Sebbene gli appassionati di “Jurassic Park” potrebbero entusiasmarsi, gli scienziati sottolineano che il DNA dinosauriano resta irrecuperabile. Il collagene ritrovato, seppur straordinariamente conservato, mostra evidenti segni di degradazione. Ciononostante, questa scoperta promette di aprire nuove strade nella comprensione della vita preistorica, offrendo strumenti innovativi per esplorare il passato remoto del nostro pianeta.