La vita sulla Terra arriva dallo spazio? Una domanda che oggi trova nuove risposte grazie alla missione OSIRIS-REx della NASA, che ha fatto una scoperta rivoluzionaria nei campioni dell’asteroide Bennu: la presenza di molecole organiche fondamentali per la vita, tra cui amminoacidi e basi azotate, gli stessi “mattoncini” che compongono il DNA terrestre.
L’analisi dettagliata ha rivelato una sorprendente ricchezza di materia organica: ben 33 tipi diversi di amminoacidi, con 14 di questi identici a quelli presenti nelle proteine terrestri. Ancora più significativo è il ritrovamento delle cinque basi azotate essenziali per gli acidi nucleici: adenina, timina, citosina, guanina e uracile. L’autenticità extraterrestre di questi composti è stata confermata dalla loro particolare struttura molecolare.
Questa scoperta, documentata su prestigiose riviste come Nature e Nature Astronomy, rappresenta un tassello fondamentale per comprendere l’origine della vita sul nostro pianeta. Gli scienziati ipotizzano che queste molecole si siano formate nelle prime fasi del Sistema Solare, quando asteroidi come Bennu fungevano da laboratori chimici naturali.
Le analisi hanno anche evidenziato la presenza di cristalli ricchi di carbonio e azoto, insieme a tracce che suggeriscono l’antica presenza di acqua nelle regioni più fredde del Sistema Solare. Queste condizioni potrebbero aver creato l’ambiente ideale per la formazione di molecole organiche complesse.
La missione OSIRIS-REx, partita nel 2016, ha permesso di raccogliere campioni incontaminati che stanno rivelando preziose informazioni sulle origini del nostro sistema planetario. Il materiale prelevato dall’asteroide Bennu rappresenta una finestra temporale sui processi chimici che hanno caratterizzato il Sistema Solare primordiale.
Sebbene questa scoperta non dimostri l’esistenza di vita extraterrestre, evidenzia il ruolo cruciale degli asteroidi nel fornire i componenti chimici necessari alla vita. Questi “semi cosmici” potrebbero aver raggiunto la Terra attraverso impatti, trovando qui le condizioni ideali per evolvere in forme di vita più complesse.
La ricerca apre anche nuove prospettive sulla possibile presenza di vita in altri angoli dell’universo, suggerendo che processi simili potrebbero essersi verificati su altri corpi celesti.