Acque poco tranquille in casa SCO. Nella pausa che caratterizza attualmente il percorso giudiziario che vede il marchio titolare dei diritti sul codice Unix contrapposto al polo riunito sotto il marchio del pinguino, dal lato SCO giungono notizie che lasciano intendere una certa fragilità delle basi del gruppo.
L’ultima delle notizie verte sui possibili licenziamenti che il gruppo potrebbe intraprendere. Il motivo dichiarato è la necessità di snellire il capitale umano del gruppo riducendo così i costi e portando nuovo ossigeno ad una situazione finanziaria precaria. Attualmente SCO conta 275 dipendenti, e sarebbe a rischio ben il 10% del totale (concentrato nei settori vendite, marketing ed engineering).
L’annuncio giunge appena una settimana dopo il clamoroso passo indietro che la canadese Royal Bank ha effettuato nei confronti del capitale azionario del gruppo SCO. Il polo bancario ha infatti ceduto ben i due terzi del proprio capitale investito (costituito interamente da azioni privilegiate) con una contemporanea conversione della parte rimanente in azioni ordinarie (disponibili dunque sul mercato).
L’operazione, improvvisa e inaspettata, fa pensare ad una marcia indietro che pone seri interrogativi sulla solidità del gruppo. Se il tutto non fosse sufficientemente confuso, ecco che interviene Baystar a deporre la ciliegina sulla torta: dopo aver lasciato intendere chiaramente di voler ridurre i propri investimenti in SCO, ecco che il gruppo invece aumenta gli investimenti acquisendo la parte di azioni privilegiate cedute dalla Royal Bank (con un nuovo aumentato peso specifico sulle decisioni strategiche future).
Poche le certezze se non che, con l’avvicinarsi dei nuovi appuntamenti fissati nel braccio di ferro legage tra SCO e Linux, si evolve la situazione relativa alla proprietà ed alle politiche di gestione di SCO. Il gruppo registra ormai spese legali al limite della portata, ed ulteriori scricchiolii potrebbero mettere in forse la stessa capacità di sostenere una causa potenzialmente suicida.