Il Ministro dell’Istruzione danese Merete Riisager ha firmato una proposta di legge inevitabilmente destinata a far discutere: il fine è quello di evitare che gli studenti, in sede d’esame, possano far ricorso a laptop o altri dispositivi per superare le prove imbrogliando, cercando risposte e soluzioni online o in qualche directory occultata nella memoria interna. Come farlo? Obbligandoli a mostrare, su esplicita richiesta della commissione, la cronologia delle ricerche e i file archiviati. Negando l’accesso ai device si andrà incontro alla confisca dello stesso per un’intera giornata o, peggio, all’espulsione dall’istituto. Tanti saluti alla privacy.
Non accadrà…
La necessità è quella di trovare il giusto compromesso tra l’esigenza di consentire agli alunni l’accesso agli strumenti informatici utili allo svolgimento di un compito e la volontà di scongiurare il rischio che questi possano barare. La soluzione avanzata dal ministro danese non sembra però essere la migliore tra quelle possibili. Un computer, così come un qualsiasi dispositivo mobile, può contenere dati sensibili e informazioni riservate, che così facendo rischierebbero di finire sotto gli occhi di coloro che hanno sì il compito di vigilare sul corretto svolgimento della sessione d’esame, ma al tempo stesso non dovrebbero avere alcun diritto di ficcare il naso negli affari personali degli studenti. Chi garantisce a questi ultimi che, una volta consegnato il laptop, non vengano aperte email, immagini, video o quant’altro di natura privata?
La proposta non è ovviamente stata ben accolta e con tutta probabilità (ce lo auguriamo) non arriverà mai a concretizzarsi in una norma. Jens Philip Yazdani, presidente della Danish High School Association, è stato il primo a esprimere pubblicamente legittime preoccupazioni legate alle ripercussioni che una misura di questo tipo avrebbe sulla privacy dei ragazzi. Lo stesso, in Danimarca, hanno fatto anche il numero uno della IT Political Association, Jesper Lund, e il professore di diritto Sten Schaumburg-Müller della University of Southern Denmark. Esaminare la vicenda risulta comunque interessante, poiché utile per comprendere come talvolta chi si trova a legiferare non abbia consapevolezza del tema trattato.
… ma se dovesse accadere
Il fine non sempre giustifica i mezzi e se cercare di impedire agli allievi di copiare può essere considerato uno sforzo condivisibile, farlo mettendo a rischio la loro privacy non è in alcun modo accettabile. Il peso sui due piatti della bilancia è ben differente. Se proprio questa dovesse costituire una necessità per gli istituti, vanno cercate soluzioni alternative, come la dotazione di computer e apparecchiature allestite ad hoc dalla scuola, a prova di copione. Altrimenti, nel peggiore dei casi, nelle scuole della Danimarca continuerà ad essere celebrata l’immortale arte dei bigliettini, con buona pace dei controllori.