Non uso appositamente il congiuntivo nel titolo. Licenza da blogger. Parlando spicciolo, mettiamo il caso che FIAT compra Opel. Un passo verso il nuovo mondo automotive che in molti hanno ipotizzato: poche, enormi multinazionali che competono su un unico mercato (il globo) sostenendo volumi di produzione altrimenti inarrivabili.
Questa però è macroeconomia. Scendiamo al nostro livello, al marketing di tutti i giorni. Immaginiamo un Head of Marketing di stampo italico. Opel diventerà il quarto marchio del gruppo FIAT, dopo Lancia e Alfa Romeo. Possibile. Chi si occuperà della campagne di marketing territoriali?
All’atto di una fusione le strategie si modificano. I prodotti si integrano. In queste circostanze, per una marca automobilistica, ma in generale per qualsiasi gamma di prodotto, i fattori da tenere in considerazione dal punto di vista del marketing sono i seguenti:
- la storia: FIAT e Opel hanno una storia, una linea di prodotto, un’estetica con cui hanno catturato i loro clienti fedeli. Tutto questo non può essere cancellato con un’operazione da un miliardo di euro… oppure sì?
- la comunicazione “as is”: loghi, pubblicità, immagine aziendale, siti Web: una fusione costa molto di più dei numeri ufficiali… c’è un pregresso che rischia di essere buttato nella spazzatura;
- le persone: sono le persone che creano, sviluppano idee, stanno sul mercato. Ma le persone sono spesso l’elemento che più risente di una fusione. E sbagliando un licenziamento (soprattutto tra gli uomini di marketing operativo e di prodotto) si può compromettere l’esito e l’esistenza stessa del nuovo colosso appena formato.
Che cosa, secondo voi, influisce ulteriormente nelle strategie di marketing che seguono una fusione?