La pubblicità (online e offline) è in aumento ma la sua efficacia no. Spot e banner che fino a qualche tempo fa funzionavano, adesso non riescono a farsi notare.
Aumenta la frammentazione dell’advertising: se è vero che salgono le percentuali di investimenti pubblicitari dei nuovi media (internet e mobile al top) la televisione resiste e anche la radio sta vivendo una nuova stagione. Ma le risposte da parte dei destinatari sono in calo.
Perchè? Perchè il consumatore bombardato da stimoli visivi e sonori in qualsiasi posto e momento della sua giornata, sta imparando a “immunizzarsi”.
Paradossalmente stiamo tutti aumentando la nostra capacità di filtrare le informazioni per distringuere quello che vogliamo sapere da quello che riteniamo pubblicità non desiderata.
La quantità di spamming che quotidianamente ci invade i pc, ci sta rendendo più abili nella lettura veloce e selettiva. A colpo d’occhio riusciamo a spulciare mittente e/o object di una mail per capire se aprirla o cestinarla.
Anche l’utilizzo costante dei motori di ricerca (con serp di milioni di risultati) sta imponendo un modello di consultazione delle informazioni piuttosto rapido: se vogliamo accedere in tempi brevi alle informazioni che cerchiamo, ed evitare di stare ore a sfogliare le pagine dei risultati, è necessario imparare a fare uno scan veloce.
Tutto questo può trasformarsi in un rischio ma anche in un’opportunità per chi fa web marketing. Diventa strategico scrivere bene il contenuto dell’object (nel caso della mail) o il testo della (meta) description nel caso del sito, listato sui motori.
Messaggi senza senso, ripetizioni, troppo commerciali, con un linguaggio smaccatemente pubblicitario, sono destinati a fallire.
Ma anche messaggi troppo ambigui o metaforici, che richiedono un maggior tempo per la decodifica.
E’ bene essere chiari, semplici, diretti al punto (la sostanza conta più della forma).
Inoltre scrivere un annuncio che suoni come vero, evitando toni autocelebrativi.
Senza dimenticare di usare un linguaggio naturale, come quello della persona che ipoteticamente si trova di fronte.