Usare la piattaforma Linux consente alle aziende di risparmiare oltre il 30%. Questa è la conclusione a cui sono giunti gli analisti della Soeren Research al termine di un sondaggio compiuto all’interno di 50 aziende alla ricerca delle specifiche riguardanti i costi inerenti all’uso di strumenti Microsoft piuttosto che open source.
Secondo quanto elaborato dall’istituto tedesco un’azienda di 2000 dipendenti in tre anni può arrivare a risparmiare grazie alla scelta open source fino a 525.000 € in applicazioni, 57.000 € nei server, 32.000 € nei sistemi di gestione e 21.000 € con i database. In particolare l’uso di OpenOffice, secondo la Soeren Research, permette di raggiungere un avanzo relativo pari al 20% (se valutato su un investimento base stimato sul milione di euro).
Il report evidenzia inoltre come le aziende medio/grandi possano godere di vantaggi particolari nell’uso della piattaforma Linux grazie alle pregresse competenze in ambito: il dato conferma dunque come le difficoltà nel passaggio di piattaforma costituisca al momento uno dei principali “costi” da valutare nella scelta open source.
La ricerca entra a pieno titolo nella guerra di ricerche e sondaggi che sta opponendo Microsoft e Linux ormai da tempo: la guerra di cifre si fa promozione e non a caso i risultati anche di quest’ultima ricerca vengono immediatamente strumentalizzati dal polo open source che rivendica la bontà dei risultati ottenuti demonizzando gli studi Microsoft che propongono una realtà diversa e più penalizzante per chi stesse valutando l’opportunità di un cambiamento.