Qualche settimana fa, l’amministratore delegato di Seagate, Bill Watkins aveva rilasciato la seguente dichiarazione:
I dischi a stato solido sono troppo costosi e poco capienti. Quindi non avranno successo.
Seagate, quindi, ritiene che gli SSD (Solid State Disk) non sostituiranno gli attuali dischi rigidi, costituiti da piatti rotanti rivestiti da materiale ferromagnetico, inventati da IBM nel lontano 1956 e, per tale ragione, non ha intenzione di investire risorse in questo settore.
Watkins aveva anche affermato di voler portare in giudizio tutti i produttori (tra cui Samsung e Intel) che avessero violato alcuni brevetti di proprietà di Seagate, relativi alle modalità con cui gli hard disk si interfacciano con i computer. La promessa è stata mantenuta.
Il primo produttore ad essere accusato è stato STEC, citato presso la corte federale del Northern District of California, per aver infranto quattro suoi brevetti. L’azienda di Santa Ana rispedisce l’accusa al mittente, affermando di progettare e costruire SSD dal lontano 1994, cioè molto prima che Seagate registrasse i brevetti in questione. STEC crede che il vero motivo del comportamento di Seagate sia la paura di perdere significative quote di mercato in un settore in rapida espansione.
Vedremo come andrà a finire, ma si spera che tutto si risolva in breve tempo e che Seagate inizi a proporre dischi a stato solido, degni della sua fama di maggiore produttore al mondo di hard disk.