Le grandi società si trovano ad essere tali soprattutto per gli uomini da cui sono formate. Ad esempio, dal 1956 al 1977, fu design director della IBM il designer Eliot Fette Noyes (classe 1910, nel ’39 già lavora con Walter Gropius e Marcel Breuer), a cui si devono diversi prodotti rivoluzionari.
Ma la più rivoluzionaria delle produzioni cui fece capo, fu la macchina da scrivere Selectric I, anche conosciuta come Golf-ball, per la sua peculiarità di aver sostituito le varie aste delle lettere con un unica testina rotante, chiamata typeball, la quale ovviamente ricordava una palla da golf.
La Selectric I porta con sé delle vere e proprie rivoluzioni capaci di influenzare tanto il modo di costruire macchine da scrivere, quanto quello di utilizzarle.
Nata il 23 luglio 1961, questa macchina avrà vita alquanto lunga in una serie di successivi modelli che la porteranno fino a divenire un terminale per PC capace di circa 15 caratteri al secondo.
La nuova progettazione dei meccanismi interni per il movimento delle lettere, ora tutte condensate in un unico blocco, dava la possibilità di creare una nuova funzionalità, ovvero poter cambiare il tipo di carattere cambiando la typeball. Infatti la lista dei caratteri utilizzabili dalla Selectric era abbastanza ampio, annoverando oltre a tipi ancora oggi diffusi come il Courier o il Prestige Elite, anche altre aggiunte come i caratteri greci nonché i simboli matematici, funzionalità molto gradite ad esempio in ambito scientifico, in cui ora potevano essere incluse facilmente formule matematiche all’interno dei manoscritti.
Un sistema integrato, inoltre, preveniva errori in caso di pressione simultanea, o a breve distanza, di due o più tasti.
Nel 1973 è poi la volta della Selectric II. Le funzionalità aggiunte in questa e nelle successive versioni, annoverano un sistema di correzione, la possibilità di disporre di due pesi per il carattere (10 e 12 punti), e di poter usare nastri di colorazioni differenti.
Venduta in diverse dimensioni e differenti colorazioni, la serie Selectric ha permesso un notevolissimo balzo nella qualità con cui venivano preparati i manoscritti, e ha aperto la strada al campo del desktop publishing.
In ultimo, una piccola nota a margine: forse molti di voi ricorderanno la sigla del TG3 di metà anni ’90, in cui si vedeva una stilizzazione della typeball di casa IBM.
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Sigla del Tg3
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Meccanismo interno