Le auto a guida autonoma potrebbero arrivare sulle strade prima del previsto. Il primo importante passo verso la loro diffusione è stato fatto da tre paesi europei – Italia, Germania e Francia – che hanno presentato un emendamento alla Convention on Road Traffic. Il trattato internazionale, firmato a Vienna nel 1968, stabilisce le regole da rispettare per garantire la sicurezza sulle strade. Sebbene ci siano diversi ostacoli legislativi da superare, le self-driving car potrebbero quindi diventare realtà nel giro di pochi anni.
In base al comma 5 dell’articolo 8 «ogni conducente deve essere sempre in grado di controllare il suo veicolo», mentre il comma 6 vieta di eseguire altre attività durante la guida. I tre paesi europei hanno proposto una modifica per consentire l’attivazione di un sistema di guida autonoma, ma un essere umano deve comunque essere presente nel veicolo per intervenire in caso di necessità. Da diversi anni, le self-driving car sono in sviluppo negli Stati Uniti (il progetto di Google è sicuramente quello più noto). I produttori europei possiedono però maggiori competenze nella progettazione, produzione, marketing e vendita, quindi si trovano in una posizione di vantaggio rispetto all’azienda di Mountain View.
Molte case automobilistiche del vecchio continente, tra cui Mercedes, Volkswagen, Volvo, Audi e BMW, hanno avviato ricerche in questo settore e hanno già effettuato numerosi test sulle strade. Una Mercedes Classe S, ad esempio, ha percorso ad agosto 2013 i 103 Km che separano Mannheim da Pforzheim senza l’input del guidatore.
Oltre che quelle di Italia, Francia e Germania, l’emendamento porta anche le firme di Austria e Belgio. In casi di approvazione, tutte le 72 nazioni che hanno sottoscritto la convenzione di Vienna dovranno modificare il proprio codice della strada per consentire l’uso della auto a guida autonoma.