Quanto sta accadendo in Ontario è alquanto bizzarro e in parte inspiegabile. La provincia canadese è pronta ad accogliere le vetture a guida autonoma, avendo approvato all’inizio del 2016 la normativa necessaria per consentire la circolazione delle self-driving car, ma nessuna delle realtà impegnate nella realizzazione di queste soluzioni ha finora manifestato il desiderio di condurre test sulle sue strade pubbliche.
I vertici governativi hanno reso noto che circa 100 tra aziende e organizzazioni locali stanno già lavorando su progetti legati alle connected car e ai mezzi autonomi, dunque le nuove leggi permetterebbero di mettere alla prova i sistemi sviluppati senza doversi per forza di cose recare all’estero, ad esempio negli Stati Uniti, con indubbi vantaggi anche dal punto di vista del risparmio economico. Magna International, società canadese che fornisce componenti agli automaker, afferma che alcuni test vengono condotti su tracciati privati e non pubblici.
Le cose potrebbero però presto cambiare grazie all’interessamento di General Motors, che il mese scorso ha annunciato di voler espandere la propria presenza in Ontario attraverso la creazione di ben 700 nuovi posti di lavoro focalizzati sulla ricerca riguardante auto connesse e in grado di viaggiare senza conducente.
La redazione di Reuters ha chiamato in causa anche Google, che di recente ha siglato una partnership con Fiat Chrysler Automobiles focalizzata proprio sulle vetture self-driving: un portavoce di Mountain View ha risposto che l’azienda non parteciperà al programma in Canada, sottolineando comunque come l’amministrazione dell’Ontario abbia intrapreso un percorso nella giusta direzione per sostenere innovazione e sviluppi futuri della tecnologia.