Le tecnologie legate alla guida autonoma hanno mosso anche l’interesse di aziende come Google ed Apple. Il gruppo di Mountain View, in particolare, è al lavoro ormai da anni sulla propria self-driving car, già nelle strade di Texas e California per un’intensa fase di test. La società ha confermato l’intenzione di non diventare un automaker, bensì di mettere il sistema a disposizione dei partner nei prossimi anni, una volta perfezionato e ritenuto totalmente affidabile, forse già a partire dal 2018.
La redazione del sito Re/code ha condotto un’analisi interessante relativa a questo tipo di vetture che non richiedono il controllo da parte di un essere umano, ipotizzando quali potrebbero essere i principali produttori delle componenti integrate: dalla carrozzeria ai sensori per il monitoraggio dell’ambiente circostante, passando dai chip hardware. Il risultato è l’illustrazione allegata di seguito, che riunisce alcuni nomi ben noti a chi fino ad oggi ha seguito l’evoluzione delle self-driving car, citandone altri forse meno conosciuti.
Ad occuparsi delle componenti interne potrebbero essere Continental, Bosch e Frimo, mentre la realizzazione delle parti esterne affidata a Roush, Delphi, Edison2, Atieva e Renovo Motors. Roush, in particolare, è un’azienda del Michigan che già si è occupata della vettura di Google.
I papabili nomi ai quali affidare la produzione dei chip sono tutti ben noti a chi segue l’ambito hi-tech: NVIDIA, Qualcomm, MediaTek e Samsung, mentre Mobileye, Velodyne, Valeo e Quanergy potrebbero occuparsi del sistema composto da telecamere e sensori laser che di fatto costituisce l’apparato visivo delle auto a guida autonoma. Infine, Cruise, Zoox e nuTonomy sono tra le società con maggiore esperienza per quanto riguarda gli accorgimenti necessari per portare questo nuovo tipo di tecnologia sui modelli di automobili già in commercio.