A poche settimane di distanza dalle dimissioni rassegnate dall’ormai ex presidente Jeff Jones, Uber perde oggi un altro nome importante: Sherif Marakby. Veterano dell’universo automotive, è stato per oltre 25 anni al servizio di Ford, prima di passare nell’aprile dello scorso anno alla corte di Travis Kalanick, dove ha assunto il ruolo di Vice President of Global Vehicle Programs.
Uno degli uomini chiave del progetto di Uber legato alla guida autonoma, dunque, nell’ultimo periodo finito nel mirino di Waymo per la presunta sottrazione di tecnologie e informazioni riservate. Una questione spinosa, che si somma alle altre che di recente hanno interessato la società: dall’indagine interna sulle molestie sessuali al duro scontro con il mondo taxi nel nostro paese, senza dimenticare la vicenda Greyball per evitare i controlli e le voci a proposito del programma Hell messo in campo per spiare i conducenti del concorrente Lyft. La conferma delle dimissioni è accompagnata da un breve messaggio rilasciato dallo stesso Marakby, che non spiega però in alcun modo le ragioni che hanno spinto alla decisione.
Le vetture self-driving rappresentano una delle sfide più interessanti sulle quali io abbia mai lavorato nel corso della mia carriera e sono felice di aver potuto contribuire a ciò che presto costituirà un futuro più sicuro per tutti.
Il colosso del ride sharing ha fornito una breve dichiarazione al sito TechCrunch, in cui conferma l’intenzione di continuare il proprio impegno legato alle self-driving car.
L’incredibile esperienza e la conoscenza dell’industria automobilistica di Sherif ci hanno aiutati in modo importante nel percorso che ci porterà a trasformare le self-driving car in una realtà.
Al momento nessun successore è stato nominato per il ruolo fino ad oggi ricoperto da Marakby e non è dato a sapere quale sarà il futuro professionale del diretto interessato.