Sono passati quasi due anni da quando Richard MacManus definiva il Web2.0 e il web semantico come Marte e Venere.
Il problema, leggendo un po’ per la rete, è ancora etico. Non voglio esprimere pareri troppo personali.
Per il momento voglio solo presentare la conferenza sul web semantico che si terrà a Vienna a partire dal 1 giugno.
Gli speaker invitati sono di sicuro rilievo:
- Prof. Frank van Harmelen
- Dr. Mark Greaves
- Ora Lassila
- Dave Pearson
- Dr. Susie Stephens
- Hermann Hauser
- Dr. Gerhard Plasonig
- Helmut Leopold
Per tutto quello che riguarda la correlazione tra web semantico e web2.0 metto una piccola nota personale e vi riporto alcune frasi, secondo me significative, tratte da alcuni blog.
Il problema è etico, quando tutti gli sviluppatori e i creatori di applicazioni non rispettano gli standard, quando le grandi major seppur cavalcando l’onda delle mode impongono i loro standard evolvendo le tecnologie secondo i propri dati di vendita e sfruttando spesso la confusione generata in rete.
Ora, a parte questa considerazione forse troppo personale, le parole di MacManus sono ben chiare e precise:
Web 2.0 is ‘The Web as Platform’ and the Semantic Web is ‘The Web of Meaning’. The platform could use more meaning, or it could continue to do just fine with the same ‘good enough’ approach that characterised the evolution of the Web in the 90’s.
Oppure un commento letto su Programmazione.it:
Come rilevato da molti commenti al post di Stephen Downes è sbagliata l’associazione Web semantico = Web 2.0. Non esistono definizioni univoche del momento che sta vivendo la Rete ma certamente il web semantico (folksonomy) è solo un sottoinsieme del Web 2.0.
E anche durante la Semantic Web Conference (ESTC2007) si parlerà della relazione tra il Web2.0 e il Web semantico a cura di Greaves (intervento: “The relationship between Web 2.0 and the Semantic Web“).