76 voti a favore contro 10 sfavorevoli. Sono questi i risultati della votazione avvenuta ieri al Senato in relazione al disegno di legge proposto per modificare il ‘Foreign Intelligence Surveillance Act‘ redatto 30 anni or sono con l’intento di proteggere i cittadini americani da un utilizzo improprio da parte del Governo delle misure intraprese in termini di sorveglianza. La revisione proposta mira a garantire alle compagnie telefoniche che hanno partecipato al ‘domestic spying program’ indetto da Bush (il quale ha permesso l’intercettazione delle telefonate che avvengono all’interno degli Stati Uniti senza la necessità di un mandato) una immunità retroattiva contro ogni possibile denuncia in materia di privacy. Le problematiche da affrontare ora sono duplici: da una parte si discute sulla legittimità di esonerare le compagnie telefoniche dalle denunce ricevute e dall’altra ci si interroga su come proteggere i cittadini americani da una eccessiva sorveglianza.
Il Foreign Intelligence Surveillance Act è nato nel 1978 per regolare il comportamento del governo in materia di spionaggio: esso imponeva al governo di ricevere l’approvazione della FISA prima di poter condurre azioni atte a sorvegliare target nemici stranieri sospetti. Circa 5 mesi addietro, il governo ha fatto passare un disegno di legge temporaneo secondo il quale chi fornisce informazioni senza un mandato deve essere immune da denunce, affermando inoltre di garantire una certa protezione alla popolazione americana in materia di sorveglianza. Il disegno di legge temporaneo, della durata di 6 mesi, deve essere ridiscusso entro il primo febbraio.
L’immunità retroattiva per le compagnie telefoniche ha assunto una notevole valenza dal momento che tali società, in seguito alle intercettazioni telefoniche effettuate senza mandato, si sono viste recapitare numerose denunce per lesione della privacy: solamente su AT&T, Verizon e Sprint Nextel Corp sono piombate in questi ultimi anni 40 denunce. Le modifiche in discussione garantirebbero una copertura dal 2001 al 2006.
Per molti Democratici e Repubblicani, le società telefoniche dovrebbero essere lodate e non punite per il servizio apportato, mentre secondo molti sostenitori della libertà e alcuni legislatori Democratici, dovrebbe essere la corte a decretare se le compagnie abbiano o meno violati i diritti dei cittadini americani. Il senatore democratico Russ Feingold si è dimostrato aspramente contrario al provvedimento: «il Protect America Act è stato redatto in fretta e in un clima di paura ? paura di attacchi terroristici e di non apparire una nazione in grado di garantire la sicurezza. […] Se le compagnie non hanno seguito la legge e hanno cooperato con richieste illegittime per avere informazioni sensibili, allora non possiamo dargli la carta del “esci di prigione gratuitamente”».
Il leader della minoranza Mitch McConnel ha lodato Harry Reid per le modifiche proposte dichiarando: «contengono due ingredienti essenziali richieste per una candidatura alla presidenza: permettono ai professionisti di fare il loro lavoro e impediscono tentativi di attacco alle compagnie telefoniche che ci hanno aiutato a proteggere il nostro paese». Secondo il suo parere, il Senato rimane infatti ancorato al suo compito di combattere il terrorismo proteggendo al contempo la libertà dei propri cittadini.
Mentre i sostenitori di Bush sono convinti di come la revisione del FISA non possa che apportare nuovi strumenti per monitorare al meglio i terroristi sospetti, il democratico Sheldon Whitehouse ritiene che ciò porterà a spiare qualunque cittadino americano effettui dei viaggi all’estero. Chris Dodd ha lasciato la compagnia presidenziale per opporsi alla revisione: «ritengo che tutti i miei colleghi rimarranno uniti con me per combattere contro l’immunità retroattiva delle compagnie telefoniche», ha dichiarato Dodd. «Negli ultimi 6 anni le compagnie di telecomunicazioni non hanno fatto altro che spiare i loro utenti americani». Secondo Dodd e i suoi sostenitori, se viene data l’immunità, le corti non saranno più in grado di determinare la legalità della sorveglianza.