Una nota diramata direttamente da Palazzo Madama conferma le voci che circolavano sul web circa un presunto blocco delle funzioni informatiche all’interno degli uffici del Senato a causa di un non meglio precisato worm.
Nella nota si legge: «La rete interna del sistema informatico del Senato è stata bloccata lunedì mattina a seguito della diffusione di un “virus” di nuova concezione che, in quanto tale, non poteva essere riconosciuto e intercettato dagli appositi filtri di protezione […] La bonifica è tuttora in corso. E’ stata data priorità agli uffici connessi all’attività parlamentare, Assemblea e Commissioni in primo luogo».
Si rimanda ancora al testo del comunicato ufficiale per le note circa il worm responsabile del problema: «Va precisato che il virus in questione – in gergo definito “worm” e censito oggi stesso a livello internazionale con il nome “WORM_RBOT.ZY” – secondo i primi accertamenti non provoca alcun danno al disco rigido dei singoli pc, avendo come unica finalità quella di intasare e bloccare la rete interna. Nessun dato risulta alterato o compromesso nelle banche dati di Palazzo Madama». Tale indicazione risulta parzialmente minata dal fatto che il worm apre una backdoor tramite la quale un hacker potrebbe entrare in possesso di dati contenuti nel sistema o accedere ad eventuali webcam connesse alla rete.
Sophos riporta la notizia chiarendo come il worm sia semplicemente una variante della famiglia “Rbot” e non nasconde la possibilità che l’infezione sia voluta e mirata. Il worm a quanto pare porrebbe infatti sul desktop immagini di chiara matrice omosessuale, il che va direttamente ricondotto a quanto successo nelle ultime settimane nello scontro tra alcuni organi di governo e la comunità gay: partendo da Buttiglione (noto il caso emerso presso la Commissione dell’UE) fino a Fisichella (reo di aver licenziato Dario Mattiello, dipendente gay) si è giunti anche a manifestazioni di piazza che hanno interessato proprio Palazzo Madama.
Intervenendo sull’accaduto il senatore Fiorello Cortiana avrebbe espresso amara disapprovazione circa la scelta di metodo per questa offensiva (potenzialmente negativa e dannosa proprio per gli ideali portati avanti) ed una piccola nota sarebbe stata rilasciata anche sotto un altro punto di vista: secondo Cortiana l’uso di software libero avrebbe impedito l’emersione di tale problematica, dunque un maggiore coraggio da parte delle istituzioni nell’intraprendere il percorso open source potrebbe salvaguardare la sicurezza di taluni sistemi informatici (quali quelli governativi) particolarmente essenziali.