Si chiama ‘Open Specification Promise‘ ed è una solenne promessa che Microsoft propone alla comunità ICT per spingere la propria tecnologia Sender ID. L’annuncio è arrivato direttamente da Microsoft ed il gruppo spiega la propria azione con la necessità di una maggiore interoperabilità nel nome di una tecnologia più semplice e “free”. Microsoft intende così estendere l’uso del Sender ID proponendolo come standard del settore anche ad aziende come Apache che, di primo acchito, avevano rifiutato l’adozione adducendo incompatibilità con la propria policy aziendale.
Il Sender ID è una tecnologia ideata al fine di combattere, soprattutto ma non solo, il problema dello spam. Il Sender ID si configura infatti come una sorta di protocollo, peraltro già approvato dalla Internet Engineering Task Force (IETF) come esperimento «Request for Comment» (RFC), in grado di autenticare l’invio di una mail evitando la moltiplicazione degli abusi che oggi contraddistinguono gran parte della posta in circolazione sulla rete.
Ponendo il Sender ID sotto Open Specification Promise, Microsoft compie una duplice azione garante: apre esplicitamente l’uso della tecnologia a titolo gratuito e parallelamente promette di non ardire ad azioni legali contro chi ne facesse uso. Una adozione estesa del Sender ID permetterebbe di promuovere una certificazione dell’email ottenendo di conseguenza minori problemi tanto in quanto a Spam, quanto in merito a pericoli quali Phishing e Spoofing. Microsoft spiega che gli utenti Hotmail già godono della tecnologia in esame (adottata ormai su oltre 5 milioni di domini), ma è evidente come il valore aggiunto del Sender ID sia nella sua apertura e nella sua generale accettabilità.
Una importante opinione sull’iniziativa Microsoft è presente nel comunicato ufficiale del gruppo a firma di Eric Allman, chief science officer del gruppo Sendmail: «siamo lieti di accogliere questo sviluppo e crediamo possa essere un passo positivo nella lotta contro lo spoofing, il phishing e le altre categorie di messaggi non desiderati». Il che, detto da un gruppo leader nel suo ambito ed operante nella sfera open source, ben esplica il nuovo clima che si respira da oggi attorno al Sender ID dopo anni di ostracismo.