Nel momento in cui la fotografia mobile sembra poter arrivare a prendere il sopravvento su quella più tradizionale, Canon mostra i muscoli e presenta due sensori in grado di offrire performance fuori dalla portata di ogni smartphone in circolazione e persino per le attuali reflex o mirrorless. Non si tratta in ogni caso di componenti destinate al mercato, almeno non per ora.
Il primo è un sensore CMOS da 120 megapixel (formato APS-H, 29,22×20,20 mm) chiamato 120MXS in grado di generare immagini con una risoluzione pari a 13280×9184 pixel (60 volte più del Full HD), catturando un quantitativo estremamente elevato di dettagli. Un’unità di questo tipo può trovare applicazioni pratiche, ad esempio, nel campo della sorveglianza, poiché consente di effettuare crop e zoom su porzioni ristrette dell’inquadratura senza compromettere la qualità di quanto osservato. La dimostrazione nel filmato seguente. Le informazioni acquisite vengono trasmesse in output su 28 canali, per poi essere compresse e generare frame singoli dalle dimensioni pari a 9 MB ciascuno.
L’altro sensore mostrato da Canon (nome in codice 35MMFHDXS) è sempre di tipo CMOS, ma in formato full frame e con una risoluzione di “soli” 2,2 megapixel. Il perché è presto spiegato: si tratta di un chip destinato all’impiego in condizioni di scarsa illuminazione o negli ambienti con buio quasi completo, dunque le dimensioni di ogni singolo pixel devono essere generose. In questo caso si arriva a 19×19 µm. Così ogni singolo “tassello” acquisisce un maggiore quantitativo di luce e grazie alla circuiteria appositamente progettata il rumore generato è ridotto al minimo. Questo consento di effettuare riprese notturne in slow motion raggiungendo un framerate da 100 fps senza bisogno di ricorrere all’impiego degli infrarossi che alterano la qualità delle immagini acquisite. Anche per questo sensore si possono immaginare utilizzi nell’ambito della sorveglianza, ma non solo: una simile tecnologia si presta ad essere sfruttata anche da artisti e videomaker.