Mi è venuta la pelle d’oca. Su Google è una keyword pressoché sconosciuta (837 risultati) e chi cita questa tecnica la associa quasi esclusivamente alla mai troppo redditizia pratica di “acquistare dei link”.
Eppure il link broking è finito tra le mie notizie di Google Alert grazie a LayoutWeb, che sta gestendo una campagna di marketing per Bormioli Rocco.
Riporto dal testo:
Layoutweb ha pianificato una serie di azioni che comprendono l’iscrizione a directory, attività di link broking, tre campagne banner su siti in target e Web direct marketing per i mercati di Francia, Spagna, Germania, Austria e Regno Unito.
Il link broking, naturalmente, non si fa solo con moneta sonante. E tanto meno con banali scambi link.
I “do ut des” più utilizzati ed efficaci sono:
- fornitura di prodotti e servizi gratuiti;
- segnalazioni sponsor (tu mi metti un link, io inserisco il tuo logo in un contenuto multimediale in target con il tuo brand);
- firme nei forum (linkami sul tuo sito importante e io metto il tuo blog nella mia firma).
L’importante è che il nostro link non venga affogato in un’anonima pagina di link utili, ma venga ancorato a contenuti a tema (può andare bene un post, o un articolo) e sia dunque inserito in una sezione viva del sito.
Altrimenti, avremo sprecato tempo (o denaro).