La pronuncia del Tar avrà anche fatto urlare di gioia coloro che hanno ricorso contro il regolamento Agcom, ma secondo Confindustria Cultura, grande sponsor del testo che norma le disposizioni sulla violazione del diritto d’autore in Italia, la sentenza mantiene l’impianto del provvedimento e ne conferma la legittimità.
Secondo il punto di vista degli editori ed addetti, il Tar ha pienamente riconosciuto la competenza attribuita dalla legge all’AgCom ad adottare provvedimenti recanti l’ordine di rimozione dei contenuti del web o di oscuramento dei siti. Questa la prima reazione di Confindustria Cultura Italia in merito al rinvio alla Corte Costituzionale.
Il rinvio alla Corte Costituzionale servirà a valutare nel dettaglio i profili di eventuale incostituzionalità delle leggi italiane che hanno conferito ad AGCOM il potere di adottare un provvedimento regolamentare in materia. Attendiamo con serenità il giudizio della massima Corte al fine di valutare la congruità del Decreto Legislativo 70/2003 e il Decreto Legislativo 44/2010 ai principi fissati in Costituzione.
La lotta alla pirateria va avanti, ha concluso Confindustria Cultura Italia nel suo comunicato, ma bisogna capire se davvero lo potrà fare e con quali strumenti e per quanto tempo. Sulla competenza, infatti, sembra esserci un passaggio della sentenza che smentisce la tesi di Confindustria. Quello sul cosiddetto “doppio binario”.
Il doppio binario, amministrativo e giurisdizionale, previsto dalle direttive comunitarie richiamate dall’AGCom, sembra quindi temperato dalla necessità che le limitazioni dell’accesso ad Internet a tutela del diritto d’autore siano ponderate con gli altri diritti sanciti dal diritto dell’Unione, alla stregua di un principio di proporzionalità, e che, comunque, siano sottoposte ad un previo vaglio del giudice nazionale, fermo restando che il recepimento delle stesse direttive nell’ordinamento italiano non può in ogni caso prescindere dalle tutele accordate dalla nostra Costituzione ai diritti fondamentali potenzialmente configgenti.
Fulvio Sarzana: li diffideremo
L’avvocato Fulvio Sarzana è convinto invece che la sentenza dovrebbe mettere a più miti consigli l’Agcom, perché è andata oltre il tema tecnico delle competenze.
Cosa dice il Tar sul regolamento Agcom?
Che l’Agcom non ha rispettato il principio di riserva, che vìola il decreto Romani, molte cose, ma non si è limitato a parlare di competenza: ha detto che potrebbe violare i diritti fondamentali.
Lo scenario è il seguente: il regolamento viene mantenuto, fra due o tre anni la Corte Costituzionale lo boccia. Tutto azzerato?
E come? Non si cancellano le violazioni dei diritti costituzionali, sono danni gravi e irreparabili. Per questa ragione penso che li diffideremo dal continuare ad applicarlo, su queste cose non si scherza: in caso la Corte ci desse ragione, saremmo di fronte a un fatto gravissimo.
E alla fine semplicemente e modestamente, vinceremo noi #libertà #diritto #agcom #cortecostituzionale
— Fulvio Sarzana (@fulviosarzana) September 26, 2014
Per quale ragione, allora, i fautori sostengono che il regolamento è valido, anzi confermato dal Tar?
Perché non avendolo annullato per via amministrativa lo ritengono indirettamente confermato. Si tratta però di una visione limitata, di fronte all’inciso della sentenza che chiaramente sostiene come agire senza giudice sia un atto potenzialmente lesivo. L’Agcom è un garante, e dovrebbe essere sensibile alla sospensione prima del pronunciamento della Corte.