Le regole europee non discriminano gli ebook per il fatto che esclude le pubblicazioni digitali dall’IVA ridotta al 4%. Lo ha stabilito la Corte di Giustizia Europea, dando ragione agli impulsi giunti dalla corte costituzionale polacca e seguendo la traccia dell’avvocato generale che parlò di questo tema lo scorso autunno. Non si tratta di una sconfitta politica per quei paesi, in prima linea l’Italia, che hanno forzato le regole lavorando sulla parità di aliquota per libri cartacei e digitali: è la conferma che soltanto una direttiva della Commissione nell’ambito del digital single market può cambiare la situazione.
Il parere dei giudizi di Lussemburgo è dunque che l’Iva ridotta non è possibile con le attuali regole continentali. Lo si era già capito quando la Commissione Europea ha presentato in dicembre il suo pacchetto fiscale per incentivare l’eCommerce: tra le disposizioni, un sostanziale via libera sugli ebook, ritenuto necessario proprio perché non sussiste la flessibilità con le attuali norme che impediscono agli ebook di godere di questo vantaggio fiscale. La motivazione dei giudici? Una, che è difficile valutare le condizioni di agevolazione fiscale per i prodotti digitali, evolvendosi molto velocemente:
Tenuto conto delle continue evoluzioni cui sono soggetti i servizi elettronici nel loro complesso, si è ritenuto necessario assoggettare tali servizi a norme chiare, semplici e uniformi, affinché l’aliquota IVA loro applicabile potesse essere stabilita con certezza e la gestione di tale imposta da parte dei soggetti passivi e delle amministrazioni fiscali nazionali fosse così facilitata.
#ECJ rules not contrary to equal treatment to exclude digital publications supplied electronically from reduced VAT https://t.co/B0sMPtNgss
— EU Court of Justice (@EUCourtPress) March 7, 2017
La sentenza (pdf) non si limita tuttavia a chiudere la questione dell’Iva ridotta, ma spiega anche, ragionando all’inverso, che questo trattamento sarebbe discriminatorio, per il diverso scopo che hanno i due prodotti (esclusi i libri in formato cd-rom perché su supporto fisico):
Ammettere che gli Stati membri abbiano la possibilità di applicare un’aliquota IVA ridotta alla fornitura di libri digitali per via elettronica, come consentito per la fornitura di libri del genere su qualsiasi tipo di supporto fisico, equivarrebbe a pregiudicare la coerenza d’insieme della misura voluta dal legislatore dell’Unione, consistente nell’escludere tutti i servizi elettronici dalla possibilità di applicare un’aliquota IVA ridotta.
All’Unione non spetta altro che cambiare radicalmente le regole del mercato cambiando la direttiva del 2006 che è stata aggiornata, con la definizione per le forniture soggette ad alioquota ridotta, ad “audiolibri, CD, CD-ROM o qualunque supporto fisico analogo che riproduca essenzialmente le stesse informazioni contenute nei libri stampati”. Con quelle attuali, l’aliquota bassa agli ebook non si può.