Si è fatto crescere la barba, con un look simil-Marchionne che evidentemente fa breccia tra gli imprenditori negli USA. Ma soprattutto si è presentato in pubblico con uno strano paio di occhiali. Questi occhiali.
Sergey Brin, insomma, ha voluto provare e confermare di persona il risultato del Project Glass scaturito dai laboratori Google e si è così presentato ad un evento di beneficenza sfoggiando il prototipo annunciato nelle stesse ore dal gruppo. A testimoniare l’uscita v’era Robert Scoble, le cui foto mostrano sia la barba che gli occhiali del nuovo Sergey Brin, co-fondatore del gruppo ed oggi spalla destra del CEO Larry Page.
La funzione degli occhiali è nota: da una parte Google intende tornare a far “sognare” i propri utenti regalando sorprese ed emozioni, qualcosa che vada al di là della sola tecnologia per vendere vere e proprie suggestioni; dall’altra v’è il lato più pratico del progetto, qualcosa che intende creare un nuovo concetto di mobilità improntato sulla realtà aumentata senza limitare il tutto ai soli tablet e smartphone. Sergey Brin ha così sfoggiato gli occhiali scegliendo peraltro una situazione particolare, con un accostamento forse non del tutto indovinato: una raccolta fondi per una associazione in aiuto dei non vedenti, nella quale peraltro sarebbe stata servita una cena al buio. Non il miglior luogo per un test, non il miglior luogo per una dimostrazione. La presenza di Scoble è però quanto basta per moltiplicare l’eco della notizia e portare online nuovi scatti. Come il seguente:
Ma dall’uscita improvvisata di Brin sembrano scaturire anche alcuni dettagli in più circa gli occhiali di Mountain View. Anzitutto, secondo i report che hanno testimoniato l’incontro con Scoble, gli occhiali funzionerebbero in diretta simbiosi con uno smartphone. Sebbene non servano componenti esterne per alimentare o connettere gli occhiali, la loro funzione sarebbe oggi soprattutto quella di periferica output, lasciando allo smartphone in dotazione la gestione delle informazioni. La connettività, l’elaborazione dei dati e la gestione dell’interfaccia sarebbero pertanto gestiti dall’unità tascabile, mentre una volta indossati gli occhiali si andrebbe semplicemente ad aggiungere un nuovo schermo a quello tradizionale. Gli occhiali potrebbero pertanto interfacciarsi con lo smartphone ad esempio via Bluetooth (informazione desumibile, ma non trapelata) e quindi mettere davanti agli occhi dell’utente le pop-up per le chiamate, la navigazione, i pro-memoria, le informazioni dal Web ed altro ancora.
Brin su Google+ ha spiegato che il prototipo è ancora in una fase iniziale e che servirà quindi ancora del tempo prima di vedere realmente il Project Glass sul mercato. Nel frattempo, però, l’informazione più importante è stata confermata: il progetto è reale e l’ambizione è concreta. E forse il messaggio che vi si cela è ancor più importante: Google intende tornare a distribuire sogni, oltre che prodotti.
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