Sono tempi difficili per la libertà della Rete, uno dei principi con i quali quest’ultima è stata costruita e che le ha permesso di affermarsi come mezzo di comunicazione di massa. Ad affermarlo è Sergey Brin, co-fondatore ed attuale CEO di Google, in un’intervista rilasciata al quotidiano The Guardian nella quale esprime a pieno i propri timori nei confronti delle strategie messe in opera da più parti per ottenere maggiore controllo sui contenuti online.
Secondo Brin, tre sarebbero le principali minacce per la libertà online: i governi, alcune aziende tecnologiche e l’industria cinematografica. Quest’ultima, ad esempio, da diverso tempo sta provando a stringere la morsa sulla pirateria, cercando di imporre i propri dettami sulla Rete affinché venga drasticamente ridotto il traffico di materiale protetto da copyright. I primi, invece, rappresentano un grosso pericolo in diverse nazioni, dalla Cina agli USA, passando per la Russia e l’Italia, ove proposte di legge oppure norme già attive rischiano seriamente di compromettere la libertà di espressione nel Web.
Nel corso dell’intervista il numero uno di Mountain View punta poi il dito contro alcune aziende concorrenti, Facebook ed Apple in primis, accusate di aver preso parte a questa nuova politica volta alla censura di contenuti online creando dei “giardini chiusi”, ovvero piattaforme digitali caratterizzate da un forte controllo a monte da parte delle società stesse, con gli sviluppatori obbligati a pubblicare esclusivamente quanto l’azienda ritiene opportuno. Il tutto, chiaramente, con forti implicazioni sugli utenti finali, la cui libertà risulta essere fortemente limitata dai vincoli imposti dai colossi dell’industria tecnologica.
Lo scenario attuale, prosegue Brin, è profondamente diverso da quello nel quale in collaborazione con Larry Page è riuscito a creare dal nulla quello che ad oggi è uno dei punti di riferimento del Web: la Rete di ieri consentiva infatti di esprimere con maggiore facilità le proprie potenzialità, di trasformare più semplicemente le proprie idee in qualcosa di concreto, mentre ai giorni nostri il tutto risulta particolarmente complicato. La nascita di Google in un panorama dominato da Facebook, spiega ancora il fondatore del colosso delle ricerche, sarebbe sostanzialmente impossibile a causa della forte pressione esercitata dal social network di Mark Zuckerberg, il quale impone le proprie regole sull’intero Web.