Sergey Brin: Web in pericolo per colpa di Facebook, Apple e censura

Il CEO di Google punta il dito contro Facebook, Apple, l'industria cinematografica e i governi che provano a censurare Internet.
Sergey Brin: Web in pericolo per colpa di Facebook, Apple e censura
Il CEO di Google punta il dito contro Facebook, Apple, l'industria cinematografica e i governi che provano a censurare Internet.

I principi di trasparenza e di accesso universale, alla base della creazione di Internet tre decadi fa, oggi sono in grave pericolo. Ci sono forze molto potenti schierate contro la libertà di Internet in tutto il mondo. Questo sono le parole di allarme pronunciate da Sergey Brin, co-fondatore e CEO di Google, durante un’intervista rilasciata al quotidiano inglese The Guardian.

Secondo Brin, la minaccia alla libertà di Internet proviene dai governi, che cercano di controllare gli accessi e le comunicazioni tra i cittadini, dall’industria dell’intrattenimento, che tenta di eliminare la pirateria, e dalle aziende come Apple e Facebook, che vogliono controllare quale software deve essere rilasciato per le loro piattaforme.

Il social network di Mark Zuckerberg rappresenta, per il CEO di Google, il male assoluto. Gli sviluppatori sono obbligati a pubblicare le applicazioni decise da Facebook, mentre gli utenti non hanno la libertà di gestire le proprie informazioni. Per molti anni ha “succhiato” i contatti di GMail e ora ostacola il passaggio dei dati verso un altro servizio. Brin sostiene che Google non sarebbe esistita se Internet fosse stata dominata da Facebook.

Il co-fondatore di Google punta il dito anche contro i governi, in particolare quelli di Cina, Iran, Siria, Corea del Nord e Arabia Saudita, dove Internet viene censurata per bloccare ogni comunicazione tra i cittadini. La libertà della Rete viene ostacolata anche dall’industria musicale e cinematografica, appoggiata dai politici di alcuni paesi (Italia inclusa) che presentano proposte di legge abbastanza discutibili. Brin, in definitiva, sogna un mondo libero dove non ci sia nessun governo che provi a limitare la circolazione delle informazioni su Internet.

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