La recente decisione della Corte d’Appello del 9° Circuito degli Stati Uniti rappresenta un punto di svolta significativo nella protezione dei consumatori digitali. “Questa sentenza è un importante passo avanti per proteggere i consumatori nell’era digitale, consentendo agli stati di applicare le proprie leggi sulla tutela della privacy“, ha affermato l’avvocato di Brandon Briskin, uno dei promotori della class action contro Shopify.
Il caso riguarda l’accusa contro il colosso canadese dell’e-commerce di aver installato cookie di tracciamento sui dispositivi degli utenti californiani senza ottenere il loro consenso esplicito. Questi cookie avrebbero raccolto dati personali, inclusi nomi, indirizzi di spedizione e fatturazione, informazioni di contatto e persino dati comportamentali, utilizzati successivamente per creare profili commerciali dettagliati. Secondo Briskin, residente in California, tale pratica violerebbe le normative locali sulla protezione dei dati.
Nonostante Shopify abbia dichiarato di rispettare regolamenti internazionali come il GDPR e di raccogliere dati solo per scopi essenziali, la Corte ha stabilito che esistono prove sufficienti per procedere con la causa legale. La decisione ribalta una sentenza precedente che aveva respinto il caso, sottolineando che, nonostante la natura internazionale dell’azienda, le sue interazioni dirette con i consumatori californiani la rendono soggetta alla giurisdizione dello stato.
Un aspetto cruciale di questa sentenza è la riaffermazione della cosiddetta “traveling cookie rule”, secondo cui l’uso di cookie per il tracciamento degli utenti può determinare la giurisdizione legale ovunque si trovi il consumatore. Questo principio apre nuovi scenari nell’applicazione delle leggi sulla privacy, ponendo sfide significative per le aziende digitali che operano su scala globale.
Shopify ha reagito prontamente alla decisione. Un portavoce dell’azienda ha espresso preoccupazione per le implicazioni operative di questa sentenza, affermando che potrebbe esporre le piccole imprese online a rischi legali in diverse giurisdizioni. La questione solleva interrogativi più ampi sul bilanciamento tra la globalizzazione digitale e il rispetto delle normative locali, un tema sempre più rilevante nell’era della protezione dei dati personali.
Il caso non solo mette in evidenza le complessità legali che emergono quando le aziende globali si interfacciano con normative locali, ma rappresenta anche un precedente che potrebbe ridefinire le responsabilità legali delle piattaforme internet. In un mondo sempre più connesso, la tutela della privacy dei consumatori diventa una priorità, richiedendo un equilibrio tra innovazione tecnologica e conformità normativa.