Sì dell'ICANN per i domini senza caratteri latini

Il board dell'ICANN ha da poco approvato all'unanimità l'adozione dei domini contenenti caratteri diversi da quelli latini. Il nuovo IDNs consentirà di estendere ulteriormente le potenzialità della Rete e sarà introdotto con gradualità nei prossimi mesi
Sì dell'ICANN per i domini senza caratteri latini
Il board dell'ICANN ha da poco approvato all'unanimità l'adozione dei domini contenenti caratteri diversi da quelli latini. Il nuovo IDNs consentirà di estendere ulteriormente le potenzialità della Rete e sarà introdotto con gradualità nei prossimi mesi

A partire dal prossimo 16 novembre, l’Internationalized Domain Names sarà realtà. Il board dell’Internet Corporation for Assigned Names and Numbers (ICANN) ha da poco approvato il documento finale presentato alcuni giorni fa per consentire l’introduzione degli indirizzi Internet non basati sui caratteri latini. Tale innovazione consentirà l’utilizzo dell’ebraico, del coreano, dell’Hindi, del cinese, dell’arabo e di numerose altre lingue all’interno degli indirizzi utilizzati sulla Rete.

L’IDNs è stato approvato all’unanimità dai 15 membri del board dell’ICANN ed è stato accolto con entusiasmo dalla comunità impegnata nell’importante istituzione. Per trovare un ampio consenso e superare le sfide tecnologiche poste dalla nuova soluzione sono occorsi quasi nove anni di lavoro, aspri confronti e test. Il progetto ora è definitivo ed entro poche settimane entrerà nell’attesa fase operativa, il banco di prova più importante per una novità destinata a cambiare profondamente il nostro modo di utilizzare e percepire la Rete.

«Questo è un piccolo passo per l’ICANN, ma un grande balzo per quella metà del genere umano che non utilizza i caratteri latini, come la Corea, la Cina e la Penisola Araba e ancora l’Asia, l’Africa e il resto del mondo» ha dichiarato Rod Beckstrom, CEO dell’ICANN, a margine della procedura di votazione del board per approvare il nuovo sistema internazionale dei domini. Una vera e propria rivoluzione, che giunge quasi a 40 anni esatti dal primo messaggio inviato su Arpanet, l’antenata dell’attuale Internet.

Il Fast Track Process «consentirà alle nazioni e alle aree geografiche di inoltrare una richiesta per quelle estensioni che faranno riferimento al loro nome e ai caratteri della loro lingua nazionale. Se le richieste saranno in linea con i criteri che comprendono anche il supporto della comunità e delle istituzioni governative e una valutazione di stabilità, i richiedenti riceveranno un’approvazione per iniziare ad accettare le registrazioni» si legge nel comunicato da poco diffuso dall’ICANN.

Il programma per gli IDN interesserà esclusivamente quelle lingue non basate sui caratteri latini, già utilizzati dagli attuali domini [pdf]. Ciò significa che le stringhe inviate per le richieste di approvazione non potranno contenere le lettere dell’alfabeto latino in alcuna forma. I caratteri utilizzati nei nuovi domini di primo livello (IDN ccTLD) dovranno contenere una chiara indicazione del paese o del territorio cui fanno riferimento. L’ICANN accetterà domini comprendenti il nome del paese o dell’area nazionale prescelta, una indicazione parziale indicativa della nazione interessata o una indicazione nella lingua locale in grado di identificare senza ambiguità il paese di riferimento.

Le condizioni poste dall’ICANN dovrebbero consentire uno sviluppo organico e sufficientemente ordinato dei nuovi domini realizzati con caratteri diversi da quelli latini. L’istituzione mira a una progressiva adozione del nuovo sistema con regole certe e chiare per evitare confusioni sia sul lato dell’implementazione tecnica che su quello degli utenti finali della Rete.

L’adozione del nuovo sistema richiederà inevitabilmente alcuni tempi tecnici prima di portare alla nascita vera e propria del primo dominio senza caratteri latini. A partire dal 16 novembre l’ICANN inizierà ad accettare le prima domande, ma difficilmente i nuovi domini faranno la loro comparsa online entro la fine dell’anno in corso. Le versioni con caratteri diversi dei “.com” e “.org” non saranno ancora permesse per qualche anno. L’istituzione che regolamenta la Rete valuterà i primi esiti del nuovo corso prima di apportare modifiche significative ai due domini maggiormente utilizzati su scala internazionale. Un’altra decisione dettata dalla cautela e dalla necessità di non causare disguidi pericolosi per l’intera gestione di Internet e lo sviluppo stesso della Rete.

Infine, l’introduzione dei domini con caratteri diversi da quelli finora utilizzati richiederà una serie di adeguamenti tecnici sul fronte degli applicativi utilizzati per sfruttare le risorse della rete globale. Numerosi browser supportano già l’utilizzo di caratteri non latini all’interno delle loro barre degli indirizzi, un accorgimento adottato per semplificare l’utilizzo della Rete da parte dei tanti utenti che utilizzano alfabeti differenti dal nostro, ma molti altri applicativi come alcuni client di posta non offrono analoghe soluzioni.

L’apertura dei domini a quel miliardo e mezzo di utenti che non utilizzano i caratteri del nostro alfabeto sarà dunque complessa, ma irrinunciabile per rendere ancor più democratica e globale la Rete.

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