Il WiMax è ufficialmente uno standard di terza generazione come lo è già per esempio l’UMTS.
A certificare questa affermazione ci pensa ITU che è l’agenzia ONU per le telecomunicazioni.
Questa certificazione arriva ad hoc a poche ore dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del tanto atteso bando di concorso per l’assegnazione delle frequenze WiMax.
Bando che però come abbiamo già ampiamente detto è stato copiosamente contestato.
Molte le critiche soprattutto sul rischio che le frequenze vadano in mano ai soliti noti e che quindi questa tecnologia diventi più un business piuttosto che la soluzione definitiva al digital divide.
Proprio per questo al Tar del Lazio verrà discusso un ricordo di un Isp tedesco (MGM Productions Group). Se il Tar desse ragione a questa società, il bando potrebbe essere modificato.
Ma di questo ne abbiamo già parlato, adesso però emergono nuove considerazioni sul futuro di questa tecnologia.
Si è parlato molto della possibilità di usare il WiMax in parallelo alla telefonia di terza generazione, quindi di WiMax mobile.
Ma sarà davvero possibile implementare reti simili in Italia?
Al momento purtroppo no.
Le frequenze che verranno assegnate mal si sposano con la connettività mobile. 3.6Ghz, sono troppi, per poter utilizzare il WiMax con i cellulari, le frequenze massime da utilizzare dovrebbero essere attorno ai 2.4 Ghz.
Ecco che quindi Calabrò, Presidente dell’Autority per le Telecomunicazioni asserisce che probabilmente dovrebbero essere assegnate in futuro altre frequenze in quanto quelle attuali potrebbero non essere sufficienti.
Chiara allusione dunque alla possibilità di un utilizzo del WiMax per la connettività mobile.
Altri operatori invece si chiedono se effettivamente il WiMax sarà davvero funzionale.
Attualmente per la connettività fissa con la tecnologia Hiperlan si fa assolutamente già quello che il WiMax promette.
Il tutto a prezzi decisamente inferiori e la Hiperlan non ha bisogno di licenze d’uso particolari.
Insomma siamo alle porte dell’asta e il WiMax come tecnologia del futuro risulta già essere particolarmente contestata.
Aspettiamo dunque i prossimi movimenti, ma a mio parere avremo sicuramente dei mesi caldi.