Si ferma il Web Standard Project

Chiude il Web standard Project e si riapre nuovamente il dibattito sulla compatibilità delle pagine Web. La scommessa però ora è più alta.
Si ferma il Web Standard Project
Chiude il Web standard Project e si riapre nuovamente il dibattito sulla compatibilità delle pagine Web. La scommessa però ora è più alta.

Dopo tre anni di attività, il Web Standard Project (WaSP) ha annunciato lo scorso 13 dicembre la cessazione delle attività. Con una nota pubblicata sull’Home Page del sito, i fondatori del progetto spiegano che, sopo il rilascio delle ultimissime versioni dei nuovi browser (Explorer, Netscape e Opera 6), la battaglia a favore degli standard può dirsi concluso dalla parte dei produttori. E non c’è più necessità di un gruppo che si dedichi anima e corpo alla diffusione degli standard del W3C.

La crosta più dura da rompere rimane quella che il Web Standard Project chiama «il caos balcanizzato di marcatori non validi, documenti non strutturati […] frammenti di codice incompatibile che lasciano milioni di utenti web frustrati». Sono i designer e i webmaster che tuttora ignorano o fingono di ignorare le specifiche del W3C e, più che creare danno agli utenti stessi, si precludono la compatibilità verso il futuro.

Questo, in soldoni, il messaggio di Zeldman e soci. Finora il web si era sviluppato in modo disordinato e quasi anarchico, sia dal punto di vista delle tecnologie, sia dal punto di vista di chi utilizzava quelle stesse tencnologie. Ora qualcosa è cambiato. Abbiamo strumenti in grado di garantire una buona “lettura” del “linguaggio” parlato sul Web, quello che c’è da cambiare ora è come e in che modo questo linguaggio viene “parlato” dai suoi cittadini.

È probabilmente una delle principali scommesse del futuro per quanto riguarda questo settore, e per fortuna siamo ancora in tempo per non perderla. La crescita di dispositivi alternativi di visualizzazione (Web TV, Palmari, Telefonini WAP e UMTS ecc.), finora solamente annunciata ma sempre più alle porte, impone che il linguaggio utilizzato sia il più rigoroso e il più standardizzato possibile, in modo da garantire compatibilità verso il passato e verso il futuro.

Lo stesso XHTML, la rivisitazione dell’XML in chiave HTML divenuta standard per il Web, è stato progettato per questi scopi: iniziare a fornire una primissima base di compatibilità verso il futuro XML, lo standard progettato per dare il via alla “nuova architettura del Web“.

Tuttavia, tornado all’annuncio del WaSP, il progetto non può dirsi affatto concluso. Con un messaggio sul suo Blog, Jeffrey Zeldman, co-fondatore dello stesso Web Standard Project, ha scritto che «una volta che sei dentro lo “standard evangelism” ci sei per tutta la vita». La chiusura del progetto è stata dettata solamente dall’impossibilità di mettere in moto la seconda parte: l’educazione sullo strato degli utilizzatori, sui webmaster, sui designer.

Per questo Zeldman chiede che «mentre noi ci preoccupiamo del futuro del WaSP, chiediamo ai designer e ai possessori di siti di preoccuparsi della Rete. Sarà conforme all’idea di Tim Berners–Lee, una piattaforma accessibile per tutti, oppure rimarrà semplicemente campo di presentazioni mal fatte?».

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