Un fenomeno tutto italiano circonda l’universo di Apple e dei suoi smartphone: il virus dell’inglese maccheronico. Chiunque gestisca un portale dedicato ai prodotti targati mela morsicata, si occupi di un forum, una community sui social network o di un semplice servizio d’assistenza alla clientela, non può non esserne a conoscenza: «Quanto dura la batteria dell’Aifon? – Dove trovo un cavetto Laitin per il mio iFon 5? – Sto cercando un I-phon usato, qualcuno può aiutarmi?». Quanto è diffusa l’epidemia dell’errore ortografico e quanto peso hanno i cosiddetti “misspell” – così come direbbero gli anglofoni, giusto per rimanere in tema – in termini di indicizzazione? Abbiamo provato a rispondere a questa domanda avvalendoci dell’aiuto di Google Trends.
Google Trends permette di analizzare l’andamento nel tempo di singole parole chiave, evidenziandone i momenti di picco – ovvero quando l’utilizzo è più diffuso – e fornendo alcuni dati aggiuntivi, quali la provenienza geografica, le ricerche correlate e molto altro ancora. Di seguito, i dati per gli errori più comuni.
Aifon
È certamente l’errore più comune e più comune in Italia, sebbene Google Trends mostri una certa predominanza in tutte le lingue latine, quali lo spagnolo, e uno zoccolo duro di utenti domenicani. La parola ha fatto la sua apparizione sul motore di ricerca sin dalla primissima presentazione dello smartphone nel 2007 e, da allora, è cresciuta a dismisura. Il picco storico è stato raggiunto in concomitanza al lancio di iPhone 5S e iPhone 5C e, proprio per questo motivo, le ricerche collegate lo associano a specificazioni numeriche come Aifon 5. Nella versione spagnola, la key è quasi sempre accompagnata dall’articolo determinativo “el”, con un boom di ricerche per “el aifon”: un nome più da bar di Caracas che icona di stile della Silicon Valley.
Limitando i dati unicamente all’Italia, lo scintillante scettro dell’errore di battitura spetta alla città di Napoli, a cui seguono a ruota Catania, Palermo e la capitale Roma. Singolare notare come anche l’anglofona e sempre “up-to-date” Milano riesca a piazzarsi in sesta posizione, segno di come nemmeno la Madunina sia esente da quella che è una vera e propria epidemia grammaticale e fonetica.
Ai Phone
Diretta conseguenza – o forse progenitrice, come si vedrà più avanti – della precedente, è la simile Ai Phone. In questo caso, non si può di certo non cogliere uno sforzo da parte del navigatore sprovvisto di Oxford Dictionary: la seconda parte è corretta. Google Trends mostra un incredibile utilizzo mondiale già a partire dal 2004 – ben prima del lancio in quel della California – sebbene il picco lo si raggiunga nell’ottobre del 2011, probabilmente in concomitanza con la dipartita di Steve Jobs. Il tricolore si fa però battere ai rigori e si aggiudica solamente il secondo posto: Ai Phone non ha rivali in Vietnam.
Ai Phone rimane tuttavia un’esclusiva del tutto capitolina: è infatti Roma la città che si aggiudica la maggiore diffusione, seguita da Milano. Purtroppo, in questo caso Google non fornisce dati sulle altre località del Belpaese.
iFon
Sempre a ottobre 2011 si ha il picco di iFon, un termine particolarmente amato in quel del Marocco, ma con ammiratori sparsi anche in terra italica. Il termine è diffusissimo e lascia – almeno di primo acchito – intendere la presenza di qualche altro servizio così nominato, tuttavia le ricerche correlate, dove dominano iFon 5 e iFon Apple, non lascia troppo spazio al dubbio.
iFhone
Nonostante Apple e Foxconn abbiano aperto diversi impianti in Brasile per la produzione proprio degli iPhone e degli iPad, nei dintorni di San Paolo la dicitura iFhone la fa da padrona. Ma non scherza nemmeno l’Italia, con il suo piazzamento in settima posizione. Sembra essere un errore di battitura che raccoglie proseliti – o miete vittime, a seconda dell’interpretazione – soprattutto nelle nazioni di lingua spagnola e portoghese, a cui fanno seguito tutti i paesi francofoni forse per una questione di similitudine fonetica. Il picco è stato raggiunto nel 2008, ma l’errore si mantiene costante nel tempo fino a raggiungere i giorni nostri.
i-Phon
Quella di i-Phon è un’esclusiva del tutto italo-tedesca, considerato come il termine non sembri essere utilizzato altrove. Sarà forse perché gli italiani tengono alla loro bellezza e i tedeschi alle folte chiome bionde, ma sembra che siano davvero tantissimi coloro che hanno sperato Apple rilasciasse una funzione asciugacapelli con l’ultima release del melafonino, molto di più del lettore d’impronte digitali.
Infine, una piccola notazione di carattere stilistico, non rilevata da Google vista la mancata discriminazione tra lettere minuscole e maiuscole, tuttavia particolarmente fastidiosa per i puristi della mela morsicata. La “i” di ogni iDevice è sempre minuscola e non è mai separata dalle altre lettere con spazi e trattini, come anche telegiornali italiani più che blasonati si ostinano invece ancora a scrivere:
Quindi ben vengano gli iPhone, gli iPad, gli iPod Touch e la fotocamera iSight, mentre ci si opponga – meglio se con tanto di fonte aggrottata, così da imporre una certa solennità alla svista – a Iphone, I-Phone e affini.