Poco alla volta sembrano confermarsi i sospetti che legavano Sasser a Netsky e l’autore dell’uno all’autore dell’altro. Lo stesso autore di Netsky si era dichiarato, in una delle ultime release del temibile worm, autore anche di un Sasser in pieno lancio. La firma comune sarebbe quella di tale “Skynet Team“, ed ora le indagini sembrano stringere le reti attorno al gruppo confermandone di conseguenza l’esistenza stessa.
Tutto gira attorno a Sven Jaschan, il ragazzo diciottenne fermato in Germania e subito reo confesso per aver ideato ed elaborato il codice di Sasser. Ora ulteriori 5 fermi notificati ad altrettanti amici del ragazzo sembrano costituire un importante passo avanti nelle indagini. Due di questi hanno ammesso di avere in possesso il codice di Netsky, mentre uno ha confessato di essersi fatto untore del worm fino al fermo.
Rimane vivo il dubbio che il caso non sia però chiuso: oltre al fatto che le responsabilità dei singoli sono ancora tutte da verificare e dimostrare, sussiste il sospetto che altri membri siano ancora a piede libero ed abbiano potuto provvedere nelle ultime ore alla release di Sasser.F, l’ultima versione rilasciata del worm. Se non altro, va chiarita la possibilità che il codice possa essere passato di mano in mano, costituendo un nuovo focolaio in grado di scatenare la propria azione sviluppando eventuali ulteriori varianti del worm.
Tale ipotesi è suffragata dalle parole di un Ken Dunham, direttore iDefense, il quale vede nei rapporti tra l'”underground” della rete e il canale attraverso cui il lavoro viene condiviso e diffuso. Lo stesso Dunham ritiene altresì possibile che il codice di Sasser non sia stato in realtà diffuso, e le ultime release emerse, non imputabili all’autore originario, siano semplici emulazioni (non derivate dal codice primario).
Mentre lo Skynet Team (ribattezzato anche “Skynet gang”) perde i pezzi sotto i colpi degli interrogatori, c’è chi si erge a difensore del creatore del virus: è attivo un sito internet per portare la propria donazione al “povero” Sven, in nome della battaglia contro la monocultura informatica ed in segno di rispetto verso chi, anticipando i tempi, ha evitato che il worm fosse creato da «un criminale» magari con fini terroristici. Raccolti al momento circa 100 dollari. Difficilmente saranno sufficienti a Sven per supportare la propria difesa innanzi alla Corte competente.