Il plugin Java è uno dei bersagli preferiti dagli sviluppatori di malware. Nel corso del 2013 Oracle ha dovuto fronteggiare numerosi attacchi, rilasciando (non sempre celermente) numerose patch per le versioni SE 6 e 7. Il produttore di antivirus Trend Micro ha scoperto diversi exploit che sfruttano vulnerabilità zero-day di Java SE 6, notando anche un aumento della complessità dei malware, sempre più difficili da bloccare in tempo. Il problema è ancora più grave se si considera che il supporto alla vecchia versione è stato interrotto a febbraio 2013.
Da circa sette mesi, Oracle non rilascia più update di sicurezza all’utente finale. Solo le aziende che hanno acquistato il supporto o che dispongono di prodotti che richiedono Java 6 riceveranno le patch. In tutto il mondo, ci sono oltre tre miliardi di dispositivi che utilizzano il software dell’azienda californiana e oltre il 50% degli utenti usa ancora Java SE 6. Trend Micro ha notato che negli ultimi tempi è aumentano il numero di attacchi contro questa versione e che molti di questi attacchi hanno come target il Java Native Layer.
Il produttore delle note soluzioni antivirus afferma che i cybercriminali hanno effettuato il reverse engineering delle patch rilasciate per Java SE 7 per individuare il modo in cui sono state corrette le vulnerabilità. Il codice è stato poi sfruttato per colpire Java SE 6, per il quale Oracle non distribuirà nessun update. L’aumento degli attacchi contro il Java Native Layer evidenzia inoltre che i malintenzionati utilizzano tecniche sofisticate per creare malware “a basso livello” più difficili da bloccare e con conseguenze più devastanti.
Trend Micro consiglia quindi di installare l’ultima versione di Java. Se le applicazioni richiedono Java 6, è necessaria una protezione adeguata per ridurre le probabilità di infezione. Se infine Java non è indispensabile, è meglio disattivarlo. Secondo l’azienda, a partire dal mese di maggio 2014, la coppia Java 6-Windows XP potrebbe creare «una tempesta perfetta di sistemi permanentemente vulnerabili».