Oggi vorrei discutere sulla reputazione basata sul passa-parola e in particolare su come questa possa essere influenzata da un blog aziendale.
Su questo argomento, Nòva ha dedicato la pagina di copertina di giovedì. Il tema centrale per le aziende è dunque valutare se è il caso o meno, e se sì come, di tuffarsi in quell’inestricabile rete e groviglio di relazioni che è la blogosfera; su quali basi dunque decidere se la nostra azienda è pronta, adeguata, ha gli strumenti per fare questo salto, affinché non risulti un salto nel vuoto? Vi sono forse dei prerequisiti con cui le aziende devono confrontarsi prima di comprendere se il blog fa per loro (come sottolinea un bel video di Simone Carletti, pubblicato qualche settimana fa su Webnews proprio sui blog aziendali)?
Quali sono dunque i parametri con cui potremmo valutare il grado di Blog readiness della nostra azienda? Provo a metter giù qualche punto, voi mi darete una mano a rivedere, aggiungere e modificare l’elenco.
- Il settore aziendale: le aziende che operano in settori evoluti, nel campo dell’innovazione e dei servizi, dalla tecnologia, al software, alla ricerca forse hanno maggiore chance di trovare la linfa interna, il clima e l’humus aziendale su cui far crescere la pianticella del corporate blog;
- Respiro internazionale: il fatto di avere una dimensione o un respiro internazionale, di operare o di vendere i nostri prodotti e servizi in mercati differenti o in continenti differenti, di rivolgersi in una parola ad un audience internazionale, potrebbe essere una spinta ulteriore ad aprire un blog (magari multilingua come Duck Side o lo stesso Desmoblog di Ducati;
- Componente emozionale del prodotto: forse aziende fortemente orientate al brand che vendono emozioni ed esperienze oltre e più che prodotti (da Ferrari a Ducati, a Sony con la Playstation) sono potenzialmente più facilitate nel coinvolgere e far partecipare i loro fan e appassionati; in realtà su questo punto io credo che si possa aprire un blog aziendale quasi su qualsiasi argomento, non importa tanto il prodotto, di cosa si parla, ma come se ne parla, lo stile, l’approccio e perché no, il carisma, la personalità la voce del, o dei, corporate blogger;
- Il ciclo di vita del prodotto, ed il processo decisionale che ne accompagna l’acquisto; nel caso di beni e servizi complessi o di lusso (dalle auto, alle moto, ai prodotti Hi-tech, ai servizi finanziari), ad alto valore ma a bassa frequenza di acquisto, il tema della capacità di influenzare il processo di acquisto dei nostri prospect diventa cruciale. Oltre ai già citati blog aziendali,
aggiungo il blog di Samsung e di IwBank a supporto di questo punto. - Cultura organizzativa: i dipendenti di Microsoft, IBM, Sun, Apple, sono motivati ed incentivati ad avviare un loro blog aziendale (Robert Scoble, ex Microsoft, ha davvero tracciato una linea e fatto scuola).
E voi cosa ne pensate? Quali sono i fattori critici per un Corporate Blog di successo? Possiamo identificatore una matrice, un denominatore comune che lega le aziende che hanno avviato una iniziativa di successo? Attendo i vostri commenti ricchi e sostanziosi.