Signal, la popolare app di messaggistica alternativa a WhatsApp, usata tra gli altri anche dalla Commissione europea, da Edward Snowden ed Elon Musk, che ha fatto della privacy il suo punto di forza, ha deciso di chiedere un aiuto economico ai suoi utenti sotto forma di offerta libera. La chat, che è stata una delle prime ad implementare la crittografia end-to-end delle conversazioni e i messaggi a tempo, ha in tal senso introdotto una nuova funzione che permette agli iscritti di effettuare donazioni alla piattaforma.
Signal, un’offerta “contro” la pubblicità
La scelta di Signa di chiedere una donazione a chi dei suoi utenti è disposto a farla a detta degli sviluppatori è dovuta alla volontà di non inserire messaggi promozionali all’interno della piattaforma, e quindi dalla necessità di reperire fondi per la gestione di un servizio sempre più oneroso che richiede ingenti investimenti. Soprattutto in ambito sviluppo, visto che aggiungere nuove funzionalità per offrire più caratteristiche utili ai propri iscritti richiede sforzi importanti anche dal punto di vista economico.
Per cercare di sopperire alla mancanza di introiti derivanti dall’introduzione della pubblicità o di qualche servizio premium a pagamento, l’azienda di Moxie Marlinspike ha pensato di fatto a un sistema di donazioni.
“Puoi unirti alla community di persone che sostengono Signal contribuendo con una piccola somma ogni mese, che sblocca un badge che puoi visualizzare sul tuo profilo”, spiega in una nota l’azienda: “Il badge aiuta a diffondere la consapevolezza di come funziona Signal, come viene sostenuto e come le persone possono partecipare”. Per preservare anche in questo caso la privacy, gli sviluppatori hanno implementato un sistema che assicura che le informazioni di pagamento del donatore non siano associate al suo account Signal.
Sfruttando lo schema di credenziali anonime che la piattaforma ha introdotto per i gruppi privati di Signal, gli iscritti effettuano pagamenti e quindi associano un badge al proprio profilo in modo tale che il server lo possa autenticare nell’insieme delle persone che hanno effettuato una donazione, senza però “sapere” nello specifico a quale pagamento corrisponde il profilo. “Pensiamo che in quanto unici beneficiari di Signal, spetta alle persone che lo utilizzano sostenerlo, e non attraverso magari lo sfruttamento dei loro dati a beneficio dei maggiori azionisti. Crediamo che cambiare questo paradigma sia necessario per un futuro in cui la tecnologia, in definitiva, servirà meglio tutti noi”.