Silicon Valley paradiso delle startup

Silicon Valley resta il posto più attraente al mondo per le startup, ma subito dopo c'è Tel Aviv.
Silicon Valley paradiso delle startup
Silicon Valley resta il posto più attraente al mondo per le startup, ma subito dopo c'è Tel Aviv.

Il progetto Startup Genome ha stilato la classifica dei luoghi migliori al mondo per le startup. Non ci sono sorprese per la medaglia d’oro, che va alla Silicon Valley. Gli altri luoghi mostrano la forte mobilità delle condizioni ideali per il loro sviluppo. Tel Aviv, infatti, batte le altre città americane, come Boston, Seattle, ma soprattutto New York, solo quinta. Il significato è chiaro: non serve essere al centro del mondo, puoi anche essere al centro del deserto. Stimolare le startup è una questione di politica economica.

L’attrazione dei poli post-industriali, della conoscenza, dell’innovazione, è una strategia molto complessa, che parte da alcune condizioni di partenza – generalmente legislative, fiscali – per passare dal ruolo delle università e dai fondi di investimento, questi ultimi vantaggi strutturali che furono determinanti per la nascita di Facebook, ad esempio.

Il caso dell’Italia, alle prese con i primi tentativi seri di attuare questa politica, stanno spingendo sul primo punto, indispensabile: come ha sottolineato il ministro Corrado Passera nel suo recente intervento al Vodafone Village, «non fingiamo di credere che la defiscalizzazione e la flessibilità non siano importanti per queste realtà».

Il progetto Genoma delle startup, fondato da da tre giovani imprenditori, Bjoern Herrmann, Max Marmer e Ertan Dogrultan, è enormemente più complesso. Le 160 pagine del report prendono in considerazione più di 50.000 startup in tutto il mondo attraverso un tool che confronta i dati di progresso delle startup negli ultimi due anni rispetto a pari realtà. Una sorta di super-benchmarking che sfrutta gli open data e le statistiche, più interviste qualitative.

Prendendo in considerazione otto indici (output, finanziamento, performance, capacità, infrastrutture di supporto, spirito d’impresa, trendsetting e differenziazione), il risultato sono schede per ogni città e luogo con pregi e difetti: il mondo è un giardino, ogni terreno rende a seconda delle sue caratteristiche e può essere adatto alla piantumazione di un genere di startup piuttosto che un altro. Oppure di nessuna.

Ecco la classifica delle venti migliori città al mondo per una startup:

1. Silicon Valley
2. Tel Aviv
3. Los Angeles
4. Seattle
5. New York
6. Boston
7. Londra
8. Toronto
9. Vancouver
10. Chicago
11. Parigi
12. Sydney
13. San Paolo
14. Mosca
15. Berlino
16. Waterloo (Canada)
17. Singapore
18. Melbourne
19. Bangalore
20. Santiago

In cima alla classifica si trova la Silicon Valley, che rimane, secondo i commentatori, «la mecca dello spirito imprenditoriale», tanto da essere utilizzata come riferimento per confrontare tutti gli altri. Piazzamento d’onore per Tel Aviv, seguita da Los Angeles, Seattle, New York e Boston, prima di attraversare l’Atlantico a Londra, che si è prevedibilmente classificata come il più grande degli ecosistemi in Europa.
Abbastanza assente l’Asia – ma per carenza di dati – e va segnalato che realtà in forte espansione come Berlino o San Paolo si notano poco proprio perché hanno relativamente pochi fondatori di impresa che sono passati dalla California (dal 4 al 7%), quando mediamente un terzo degli imprenditori innovativi di successo hanno vissuto nella Silicon Valley almeno temporaneamente.

Tel Aviv è una storia a sé: in difficoltà con le tecnologia hardware, è un luogo quasi miracoloso per la creazione e lo sviluppo dei linguaggi di programmazione, settore che copre ben l’80% delle startup. Una realtà unica, ma ciò che la relazione dimostra che è possibile costruire un ecosistema sano per le startup in qualsiasi parte del mondo. Quindi, teoricamente, anche in Italia.

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