Presentato come uno dei punti di forza del nuovo tablet Kindle Fire, il browser Silk è finito ora nel mirino del Congresso USA, intenzionato a far luce su eventuali rischi legati alla tutela della privacy. Sotto indagine il funzionamento stesso del software, basato sull’impiego delle tecnologie di cloud computing per fornire i contenuti Web in modo ottimale in base al device utilizzato.
Più nel dettaglio, come spiegato in occasione della conferenza di fine settembre, Silk trasmette l’indirizzo delle pagine da visitare ai server Amazon, che si occupano poi di elaborare la richiesta e fornire a chi naviga una versione del sito ottimizzata per il display del tablet, con l’obiettivo di ridurre il più possibile i tempi di attesa e lo sfruttamento della banda a disposizione. Questo passaggio ha però suscitato qualche perplessità nelle autorità americane, che hanno così deciso di chiedere al gigante degli store online di fare luce su quali informazioni vengono salvate e per quale scopo.
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Fornire ad Amazon l’intera cronologia di navigazione potrebbe significare infatti porre nelle mani dell’azienda un immenso archivio di dati contenenti indicazioni sui gusti personali e sulle abitudini dell’utenza, ovvero un autentico patrimonio per chi opera nell’ambito dell’advertising e delle vendite online. L’azienda ha comunque preventivamente specificato la possibilità di disattivare questa particolare caratteristica di Silk, trasformandolo dunque in un browser tradizionale e privandolo delle proprie peculiarità.
Il debutto dell’Amazon Kindle Fire è fissato per il 15 novembre. L’obiettivo che si impone di centrare questo particolare device è quello di offrire un’alternativa economica a prodotti di successo come l’iPad 2, con un prezzo accessibile e una vasta gamma di servizi basati sulla fornitura di contenuti: dagli eBook alla musica, dai film in streaming alle applicazioni.
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