Era il febbraio del 2010 quando una notizia scuoteva il mondo IT italiano: Silvio Scaglia, fondatore di Fastweb prima e Babelgum poi, era stato arrestato con l’accusa di riciclaggio internazionale ed evasione fiscale. A distanza di oltre 3 anni, però, la vicenda si conclude con il lieto fine: Silvio Scaglia è stato definitivamente prosciolto da ogni accusa.
Le prime dichiarazioni sono di estrema soddisfazione, pur condite di tutta la durezza che il travaglio di questo triennio ha causato: «È finito un incubo. Sono contento di aver combattuto una battaglia durissima. Sono stato detenuto un anno. Il tribunale ha avuto la sapienza di leggere i documenti e prendere una decisione». Dichiarazioni similari anche da Stefano Mazzitelli, ex amministratore delegato di Telecom Italia Sparkle, il cui percorso giudiziario termina, similmente a quanto successo a Scaglia, con una assoluzione: «Avevo smesso di credere nella giustizia. Ma adesso qualcuno dovrà riflettere su quanto avvenuto e sul carcere che ci hanno fatto patire».
La vicenda si chiude con una serie di assoluzioni ed una corrispettiva serie di sentenze di colpevolezza. 6 anni sono stati inflitti a Bruno Zito per associazione a delinquere transnazionale pluriaggravata e 15 anni sono stati attribuiti invece a Gennaro Mokbel, il nodo centrale dell’intero misfatto. Ai tempi Scaglia fu arrestato in concomitanza al fermo del senatore PDL Di Girolamo: per quest’ultimo era già arrivato anzitempo un patteggiamento di 5 anni con mandato a restituire 4,2 milioni di euro.
L’assoluzione di Scaglia è fotografata anche da SilvioScaglia.it, il sito che il team Babelgum aveva aperto a suo tempo a sostegno del fondatore del gruppo: il sito aveva interrotto il calcolo dei giorni di arresti domiciliari a quota 363 ed aveva tenuto una completa cronistoria degli eventi processuali e degli sforzi della difesa. Al 17 ottobre 2013 l’ultimo aggiornamento, quello che chiude la vicenda e che probabilmente riconsegnerà a Scaglia il dominio che fa capo al suo nome: “Silvio Scaglia: ASSOLTO”.