Era solo questione di tempo… ed eccolo arrivato: il software che permette lo sblocco di iPhone, per utilizzarlo con qualunque scheda SIM (non obbligatoriamente con quella di AT&T o dell’operatore che verrà scelto in Europa). Per la verità ne sono arrivati due di software: iPhoneSIMFree ed iUnlock.
iPhoneSIMFree è stato il primo ad essere pubblicizzato ed è un software a pagamento. Per la cifra di 99$, permette di utilizzare il telefonino di Apple con qualunque SIM si voglia. Nonostante sia un software a pagamento, però, gli sviluppatori non garantiscono che lo sblocco possa funzionare anche in seguito ad aggiornamenti firmware di iPhone.
Il secondo programma, iUnlock, permette di fare la procedura allo stesso modo del precedente e non garantisce che iPhone possa rimanere sbloccato in seguito al rilascio di update da parte di Apple. A differenza dell’altro programma, però, questo è rilasciato dal team di sviluppo (gli stessi di iPhone Dev Wiki) sotto licenza OpenSource ed è completamente gratuito. È possibile scaricare sia il programma che il codice sorgente da uno dei mirror.
C’è da scommettere che nel giro di pochi mesi (se non settimane) avremo a disposizione un software in grado di aggiornarci, in (quasi) tempo reale, anche con gli update forniti da Apple.
C’è da dire che al momento il procedimento non è proprio immediato: per rendersene conto (o per intraprenderlo, se siete tra i pochi fortunati a possedere già un iPhone) potete dare un’occhiata alla guida passo passo.
E se vi sembra troppo complicato… abbiate pazienza: come possiamo leggere da TUAW, non tarderà molto ad arrivare una GUI che permetterà lo sblocco con un singolo click!
Ma qual’è la posizione di Cupertino nei confronti di questi sviluppatori? Ecco una dichiarazione di Greg Joswiak (Vice President Hardware Product Marketing):
Apple takes a neutral stance (they’re not going to stop anyone from writing apps, and they’re not going to maliciously design software updates to break the native apps), but they’re not going to care if their software update accidentally break the native apps either.
Ovvero:
Apple assume una posizione neutrale (non bloccheremo nessuno che voglia scrivere applicazioni e non abbiamo intenzione di progettare aggiornamenti software che blocchino le applicazioni native), ma non daremo assistenza se questi aggiornamenti dovessero effettivamente bloccare le applicazioni native.
Non poteva essere diversamente! Non credete che in questo modo le vendite di iPhone (che già vanno piuttosto bene) subiranno un’ulteriore impennata?