Siri, l’assistente vocale di Apple, si aprirà alla messaggistica di terze parti. È quanto conferma l’azienda di Cupertino, spiegando come nei prossimi mesi la voce di iPhone, iPad e Mac sarà in grado di gestire anche servizi diversi rispetto all’applicazione Messaggi di default. Un’apertura che incuriosisce l’azienda, voluta forse dal gruppo californiano per dimostrare l’assenza di monopoli nel suo mercato delle applicazioni.
Secondo quanto rivelato da Bloomberg, Siri sarà in grado di accedere a servizi di messaggistica di terze parti entro la fine dell’anno, garantendo quindi la possibilità di sfruttare tramite comandi vocali anche soluzioni diverse dalla classica applicazione Messaggi. Per farlo, l’assistente vocale si avvarrà di un metodo intelligente: a seconda della frase pronunciata e del destinatario, sarà in grado di scegliere la piattaforma migliore per l’inoltro dei propri contenuti.
Nel dettaglio, Siri sceglierà innanzitutto un’app da rendere quella di default, ovvero quella che viene usata con più frequenza dal proprietario del device. Ad esempio, se l’utente usa frequentemente WhatsApp, sarà proprio quest’ultimo software il predefinito per l’inoltro dei messaggi. Poi, l’assistente sarà in grado di effettuare una scelta in base alle abitudini tipiche dei propri contatti: se si comunica con un destinatario perlopiù su iMessage, il messaggio verrà inoltrato automaticamente avvalendosi di questo servizio.
Vi potrebbero però essere delle limitazioni per gli sviluppatori di terze parti, o forse un processo di verifica e certificazione, affinché l’uso di Siri sia sempre sicuro per gli utenti finali e non si verifichino abusi di alcuna sorta, soprattutto sul fronte della protezione della privacy.
Così come già accennato, la mossa potrebbe essere stata scelta da Apple per dimostrare di non essere un monopolio sul fronte delle app, così come l’azienda è stata di recente accusata. Infatti, il gruppo garantisce la presenza su App Store di software alternativi ai propri e non ne limita l’installazione per gli utenti. Tim Cook ha affermato in una recente intervista:
Nessuna persona ragionevole potrebbe chiamare Apple un monopolio.