Apple ha grandi ambizioni per Siri. Nato come assistente vocale, spesso più simpatico che non utile, il servizio intende ora mettere a frutto le proprie potenzialità per offrire agli utenti qualcosa di più rispetto a quanto operato fino ad oggi. Dopo un periodo di messa in opera di successo, quindi, Apple ha deciso di cambiare la guida delle operazioni mettendo Siri nelle mani di qualcuno che sappia sviscerarne le migliori qualità nella direzione scelta dal gruppo: la ricerca.
Questo deve saper fare Siri: cercare, quindi rispondere.
A tal fine Apple ha assunto tra le proprie fila William Stasior, ex-Amazon proveniente dalle fila del motore di ricerca A9. L’obiettivo è ovviamente quello di mettere a frutto l’esperienza di Stasior per infonderla nel team di Cupertino, così che Siri possa avvalersi di un nuovo modo di pensare l’assistente sociale come forma di complemento quotidiano per le proprie ricerche. Siri, come noto, funziona infatti ad ogni effetto come un motore di ricerca che trae da server remoti le proprie informazioni per inviare quindi risposte puntuali all’utente. Se fino ad oggi Apple si è focalizzata però soprattutto sulla comprensione del linguaggio umano e la creazione di un dialogo quanto più naturale possibile, d’ora innanzi il tentativo sarà quello di infondere in Siri contenuti di maggior soddisfazione per una utenza che dovrà imparare a considerarlo una spalla affidabile e presente.
La figura di Stasior non solo regala a Siri un nuovo futuro, ma va anche a coprire le lacune del passato: coloro i quali hanno creato Siri prima dell’acquisizione da parte di Apple, infatti, hanno abbandonato in corsa la propria creatura preferendo altre attività. Che si fosse incrinato qualcosa, insomma, era chiaro a tutti. Apple chiude ora la pezza con un nome di alto profilo e spera così di avviare Siri ad una nuova dimensione. Che la direzione sia quella dei motori di ricerca, e quindi in qualche modo di una nuova sfida a Google, è un effetto collaterale da mettere sul conto.
[nggallery id=317 template=inside]