Apple, Google e Microsoft hanno sviluppato Siri, Google Now e Cortana, tre assistenti personali che semplificano l’uso dei dispositivi mobile da parte degli utenti. Il Clarity Lab della University of Michigan vuole offrire a tutti la possibilità di usare un assistente personale sui propri device, senza essere vincolati ad una specifica piattaforma. Sirius è infatti open source e il codice sorgente è disponibili con licenza BSD su GitHub.
Curiosamente, il progetto ha ricevuto un finanziamento da Google (gli altri sostenitori sono la DARPA e la NSF). Forse un giorno le stesse tecnologie potrebbero essere integrate in Google Now. Come i suoi rivali commerciali, Sirius è in grado di riconoscere la voce dell’utente, ma può anche riconoscere il testo consentendo di cercare la risposta su Wikipedia. L’assistente virtuale integra anche una funzionalità unica: il riconoscimento delle immagini. È possibile, ad esempio, scattare una foto con lo smartphone e chiedere a Sirius informazioni sull’immagine.
Attualmente Sirius è solo un progetto di ricerca. Tutte le funzionalità sono ottenute combinazione diversi software open source che formano una suite. L’assistente è stato sviluppato su Linux (Ubuntu per la precisione), ma in futuro è previsto il supporto per Windows e i sistemi operativi mobile.