I Me mine, cantava George Harrison nell’ultima incisione dei Beatles. Ci vuole, insomma, un po’ di sano egoismo, talvolta, di protezione di ciò che siamo. Certamente la Rete ha esteso le identità private, ma è un luogo dove alcuni malintenzionati possono impossessarsene. Per questo l’Adiconsum ha creato un progetto, MeisMine, finanziato dalla Commissione Europea, che ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e creare un osservatorio sul furto di identità. Lo strumento principale è il nuovo sito furtodidentita.it.
Una modalità di furto molto subdola, dalle tante forme, che consiste nell’indebito vantaggio di utilizzare i dati personali di qualcuno – dai dati più semplici a quelli più sensibili, come il reddito – allo scopo di ottenere dei vantaggi economici in maniera illecita e fraudolenta, oppure per colpire una persona anche dal punto di vista emotivo. Pietro Giordano, Presidente nazionale di Adiconsum, sostiene fortemente la battaglia culturale contro questa pratica:
La perdita di possesso dei propri dati comporta conseguenze pesanti per il consumatore sia dal punto di vista economico, sia di stress per le pratiche da avviare a cominciare dalla denuncia di quanto accaduto.
Il sito informativo ad hoc sull’argomento è ben realizzato, ha sezioni sulle definizioni, le statistiche, un infopoint, un questionario, pubblicazioni, agenda di eventi, modalità di furto di dati sensibili. Ha il pregio di chiarire alcuni diritti dei cittadini europei – talvolta un po’ troppo dimenticati – come ad esempio la norma europea sulla tutela dei dati personali. Contrariamente a quello che molti credono, si applica quando tali informazioni consentono l’identificazione diretta ma anche indiretta della persona.
Secondo la Carta dei Diritti Fondamentali, tutti hanno il diritto alla protezione dei dati personali in ogni settore della vita: a casa, al lavoro, quando si fa la spesa, quando si ricevono trattamenti sanitari, in un posto di polizia, in rete. Il 74% degli europei ritiene che la comunicazione dei dati personali sia una parte sempre più importante della vita moderna, ma allo stesso tempo il 72% degli utenti di internet è preoccupato di dover comunicare troppi dati personali. Dunque, che fare?
Il primo passo è informarsi: cosa sono i dati personali, fin dove possono spingersi le società che li trattano, cosa può accadere se qualcuno se ne impossessa illecitamente, cosa bisogna fare per denunciarlo. Evitando l’errore di chiudersi la Rete alla spalle: il furto di identità danneggia la persona al di là della sua volontà e può essere soltanto arrestata, non ignorata.
Adiconsum ha anche attivato un numero dedicato allo 0644170252 dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e una mail: infopoint.meismine@adiconsum.it.
Venerdì 19 luglio verrà anche lanciato l’Osservatorio sul furto d’identità, di cui il sito è la vetrina.
Come avvengono i furti di identità
Il furto d’identità è certamente facilitato da una mancata protezione dei dati. Ad esempio i truffatori assoldano delle persone perché recuperino documenti e lettere dall’immondizia, al fine di rubare i dati personali in essi contenuti (il trashing). Ma le tecniche possono essere, ovviamente, assai più raffinate. Gli esempi più noti:
- Phishing: Vengono inviate email molto simili ai messaggi dell’home banking o del provider. Queste mail hanno lo scopo di convincere il malcapitato a comunicare ai truffatori i dati personali e bancari. Le mail contengono un link a un sito creato ad hoc dai truffatori, simile a quello della banca. Una volta inseriti i dati, il gioco è fatto.
- Vishing: Versione telefonica del phishig. I truffatori contattano al telefono l’utente e cercano di convincerlo a comunicare i dati personali. Generalmente il truffatore finge di rappresentare la banca, sostenendo ad esempio che i dati della carta di credito o del conto sono stati cancellati a causa di qualche attività criminale sospetta, o con qualche altra scusa. Poi chiedono di fornire i dati del conto o della carta “per averne conferma”.
- Job searching: Vengono inviate false offerte di lavoro, in genere ai siti per la ricerca di occupazione. Il truffatore utilizza o vende i dati personali forniti nella domanda di
- Fotocopie dei documenti di identità (o di altro genere): spesso vengono richieste ma non si dovrebbero mai rilasciare (es: negli hotel è sufficiente dare i riferimenti del documento).
- Skimming: tramite una speciale apparecchiatura elettronica – lo skimmer – vengono intercettati e rubati i dati della carta di credito o del bancomat al momento del loro utilizzo (un pagamento in un esercizio commerciale o un prelievo presso uno sportello automatico). Si ha in questo modo la clonazione delle carte, utilizzate dai truffatori a spese della vittima, salvo tempestivi adempimenti che riducono o evitano il danno.