La protesta si è fatta concreta. Il gruppo raccoltosi dietro il “Sito non raggiungibile” ha messo nero su bianco le proprie idee e con una firma congiunta ha portato le proprie osservazioni all’attenzione dell’AGCOM nel contesto della consultazione pubblica relativa al nuovo regolamento sul diritto d’autore.
Tutto ruota attorno alla volontà da parte dell’AGCOM di ergersi ad arbitro nel dirimere le questioni relative alle violazioni di copyright online. L’AGCOM, in pratica, vorrebbe accollare su di sé le responsabilità relative al monitoraggio delle varie situazioni emergenti e, sulla base di un protocollo d’azione preciso, intervenire bloccando eventuali siti che si dovessero macchiare di violazioni della proprietà intellettuale altrui. Se dunque un server straniero ospitasse materiale contestato, l’AGCOM avrebbe la possibilità di agire bloccandone la raggiungibilità per mezzo di un filtro sui DNS. «I soggetti promotori ravvisano nel regolamento proposto elementi di forte perplessità sia per il futuro dell’industria dei contenuti audiovisivi, sia per un equilibrato sviluppo economico, sociale, tecnologico e culturale del nostro Paese».
Il documento, in sintesi, solleva forti dubbi sull’introduzione dei meccanismi automatici per impedire l’accesso a siti, blog, testate online o altre fonti informative che siano solo sospettate di aver violato la disciplina del diritto d’autore, prescindendo così da qualsiasi requisito di colpevolezza accertato dell’Autorità giudiziaria. In pratica, gli utenti potrebbero vedersi in tal modo sbarrato l’acceso.
In questo modo parziale, secondo noi, di risolvere il problema del diritto d’autore da parte di un’autorità amministrativa indipendente, si lede fortemente e in maniera assolutamente discriminatoria la libertà di manifestazione del pensiero vanificando il diritto al contraddittorio e il diritto alla privacy
Per certi versi la contestazione italiana contro l’AGCOM è la medesima sollevatasi in passato contro l’Hadopi in Francia: un ente autonomo non può e non deve sostituire la magistratura nella verifica dei fatti contestati perché la cosa implica un rovesciamento dei poteri e dell’ordine su cui viene costruito lo stato di diritto. In definitiva, spiega il documento consegnato all’AGCOM, «il procedimento a tutela del diritto d’autore, come delineato dalla AgCom, appare inaccettabile in quanto incostituzionale, gravemente lesivo del diritto al contraddittorio del consumatore ed in contrasto con il vigente diritto comunitario».
Il documento è controfirmato da Adiconsum, Agorà Digitale, Altroconsumo, Assonet-Confesercenti, Assoprovider-Confcommercio, Studio Legale Sarzana e Associati, ma è altresì accompagnato dai 3700 firmatari già uniti nella protesta.