Alcune indiscrezioni rivelate dalla stampa italiana nella giornata ieri hanno riguardato una probabile stretta collaborazione tra Sky Italia, pay TV satellitare controllata da News Corporation, e il gruppo L’Espresso di Carlo De Benedetti, un’unione che vedrebbe i due protagonisti impegnati in un progetto sul digitale terrestre che rischia potenzialmente di scardinare gli equilibri del settore televisivo italiano.
Secondo quanto rivelato, le due parti starebbero valutando una joint-venture che avrebbe come oggetto i due multiplex nazionali in concessione al gruppo L’Espresso. Le due frequenze già ospitano diversi canali tra i quali anche Cielo, l’emittente gratuita di proprietà di News Corporation, ma in futuro potrebbero ospitare un piccolo bouquet di emittenti delle quali Sky Italia potrebbe curare l’aspetto puramente editoriale, cioè la fornitura di contenuti e la preparazione dei palinsesti, mentre a De Benedetti resterebbe il compito di operatore di rete, occupandosi quindi della gestione tecnica e dei relativi impianti di trasmissione.
La notizia è stata subito smentita dai diretti interessati, che hanno confermato come i dialoghi tra i due gruppi si fermano al momento ai rapporti di collaborazione in essere che vedono Cielo ospitato su uno dei multiplex de L’Espresso e alcuni progetti dell’editore di Repubblica, tra cui myDeejay e i canali audio di Sky Music ospitati sulla piattaforma satellitare di Rupert Murdoch.
Eppure, nonostante le smentite, la Borsa ha accolto con un certo calore le voci, consentendo agli addetti ai lavori e agli osservatori di sbizzarrirsi in ipotesi più o meno fantasiose. D’altronde Sky, pur giudicando la pay TV il suo core business, ha confermato indirettamente e a più riprese di essere interessata ad aggiudicarsi una percentuale del mercato pubblicitario della TV gratuita, in modo da allargare i propri introiti rubando quote a concorrenti come Rai e Mediaset.
I recenti accordi per l’acquisizione dei diritti di trasmissione in esclusiva di MotoGP e Formula 1 siglati da Sky prevedono la trasmissione di alcune gare in chiaro, diritti che la pay TV non ha al momento rivenduto agli operatori della TV in chiaro e che potrebbero quindi essere utilizzati come una sorta di “killer application” per un eventuale sbarco sul digitale terrestre.
A tutto questo andrebbero aggiunti i contenuti di Fox International Channels Italy, gruppo controllato da News Corporation che nel nostro paese si occupa, tra gli altri, della produzione dei canali Fox e National Geographic. Da parte sua, con questo ipotetico accordo, L’Espresso avrebbe invece l’occasione di entrare con decisione nel mercato televisivo italiano (obiettivo finora solo sfiorato senza peraltro lasciare il segno), avendo a disposizione la grossa library e la competenza del settore di un colosso come il gruppo di Murdoch.
Insomma, tutti soddisfatti? Se dal punto di vista dei telespettatori questo potrebbe comportare un arricchimento dell’offerta televisiva gratuita sul digitale terrestre, dall’altro si aprirebbero quasi certamente polemiche per la posizione di Sky Italia, che già occupa una posizione dominante nel settore della pay TV satellitare, oltre a scomodare perfino la politica chiamando in causa direttamente Mediaset, che si ritroverebbe a dover affrontare la rivale Sky non solo sul mercato della TV a pagamento, ma anche in quello della televisione gratuita, dove da anni si spartisce il grosso della pubblicità con la Rai.
Non sarebbe forse una vera e propria rivoluzione, ma sarebbe di certo una bella scossa per un mercato fin troppo fossilizzato sulle posizioni acquisite nei decenni precedenti. E tutto senza ricordare la prossima cessione di La7 da parte di Telecom Italia, per la quale restano in lizza diversi gruppi compresi alcuni grossi nomi internazionale della televisione.